"Penelope", in scena l'ossessione amorosa della regina di Itaca secondo Matteo Tarasco
In scena al teatro Garibaldi di Enna "Penelope", un poema erotico e disperato, con Teresa Timpano, per la regia di Matteo Tarasco. Uno struggente grido di estasi che si trasforma in agonia. La storia di Penelope, fedele sposa di Ulisse, simbolo di una fedeltà incrollabile, che la porta ad aspettare il marito che tutti credevano morto per vent’anni, sola nella conservazione dell’unità della famiglia.
Per Ovidio, Penelope è espressione della donna infelice, lasciata sola dal suo amato, ma sempre speranzosa del suo ritorno. Diviene una figura autonoma di cui l'autore latino evidenzia il carattere psicologico e fragile, mentre Omero idolatra Penelope sia come simbolo della fedeltà coniugale, sia come donna astuta ed arguta, degna sposa del re di Itaca.
La versione di Margaret Atwood è invece ricca di colpi di scena, e riscoprendo antichi dubbi suggerisce nuovi interrogativi, mettendo in luce la natura tormentata di Penelope, in contrasto con l'abituale immagine di equilibrio e pacatezza.
Attingendo ai testi di Omero, Ovidio e Atwood, il regista Matteo Tarasco, autore anche della drammaturgia, indaga la figura di Penelope da un nuovo punto di vista: partendo dalla sua ossessione amorosa nei confronti di Ulisse, ed esponendo con lucida follia altissimo linguaggio le pene di un amore ritrovato, ma invivibile.
Per Ovidio, Penelope è espressione della donna infelice, lasciata sola dal suo amato, ma sempre speranzosa del suo ritorno. Diviene una figura autonoma di cui l'autore latino evidenzia il carattere psicologico e fragile, mentre Omero idolatra Penelope sia come simbolo della fedeltà coniugale, sia come donna astuta ed arguta, degna sposa del re di Itaca.
La versione di Margaret Atwood è invece ricca di colpi di scena, e riscoprendo antichi dubbi suggerisce nuovi interrogativi, mettendo in luce la natura tormentata di Penelope, in contrasto con l'abituale immagine di equilibrio e pacatezza.
Attingendo ai testi di Omero, Ovidio e Atwood, il regista Matteo Tarasco, autore anche della drammaturgia, indaga la figura di Penelope da un nuovo punto di vista: partendo dalla sua ossessione amorosa nei confronti di Ulisse, ed esponendo con lucida follia altissimo linguaggio le pene di un amore ritrovato, ma invivibile.
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