La Biblioteca centrale della Regione siciliana "Alberto Bombace", ospita la mostra "Luigi Di Giovanni. Quaderni di schizzi e di pensieri 1876-1893. Mostra dei taccuini di disegni dell'artista palermitano (1856-1938)" (
leggi articolo di approfondimento), a
cura di Anna Maria Ruta e Aldo Nuccio e visitabile fino al 5 dicembre, dal lunedi al venerdì dalle 8.30 alle 18.30.
Una mostra raffinata, nelle cui bacheche della Sala delle Missioni sono esposti
15 album in finissima carta bambagina, con esercizi e
appunti di Luigi Di Giovanni (1856-1938), uno dei protagonisti del Liberty pittorico palermitano tra fine Ottocento e primi Novecento.
Luigi Di Giovanni
ricevette la sua educazione artistica dal padre Giuseppe, con il quale collaborò a numerose imprese decorative in vari palazzi palermitani. Nel 1873 si trasferì a Napoli, dove rimase fino al 1882, indirizzato da Domenico Morelli sia alle copie sia alla pittura di storia a pastello e ad acquerello.
Alla Promotrice Salvator Rosa espose più volte fra il 1875 e il 1883 ("Nerina", "Fra un canto e l'altro", "Déshabillé", 1879; "EI estrebillo favorido", 1880; "Giovedì santo", 1883) e nel 1877 inviò all'Esposizione Nazionale "Non l'avessi mai letto! Terme stabiane di Pompei". Nel 1880 partecipò all'Esposizione Nazionale di Torino con "La cappella di Sant'Andrea" nella chiesa di San Paolo a Napoli.
Rientrato a Palermo, ottenne una discreta affermazione presso la committenza aristocratica e borghese, soprattutto con i suoi luminosi pastelli. Fu presente con quadri di genere e con vedute alle Esposizioni di Venezia ("Preparativi carnevaleschi", 1887) e di Palermo ("Piazza duomo a Messina", 1891-1892), soggetti che insieme ai ritratti compongono la sua vastissima produzione ("L'ambulatorio", 1897; "Pescatori di Sferracavallo", "Primavera", "Donna con ventaglio", Palermo, Galleria Civica d’Arte Moderna; "Gli emigranti", Palermo, Banca d'Italia).
Con Rocco Lentini e Ettore De Maria Bergler collaborò fra il 1899 e il 1900 alla decorazione liberty del teatro Massimo di Palermo. Dal 1886 ebbe la cattedra di disegno presso l’Accademia di Belle Arti del capoluogo siciliano e dal 1926 quella di pittura.
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