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Seni turgidi e falli che volano in una mostra unica nel suo genere: a Bagheria si celebra l'eros

  • Centro d'arte e cultura Piero Montana - Bagheria (Pa)
  • Dal 26 ottobre 2019 al 15 febbraio 2020 (evento concluso)
  • Visitabile dal lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18.00 alle 20.00. Chiuso martedì, giovedì, sabato e domenica
  • Gratuito
Balarm
La redazione

Particolare di uno dei manifesti di Moana Pozzi esposti alla mostra

Una mano, un viso, un fallo diventano dettagli di uno spettacolo contemporaneo che va in scena attraverso le opere della mostra "Galleria dell'eros-Nuove acquisizioni". Un allestimento unico nel suo genere, proposto in una città di provincia con molto coraggio e sfida al perbenismo: Bagheria. 

Ventotto artisti mettono in mostra oltre 50 opere in un appassionate percorso fatto di pitture, sculture e libri oggetti. Un allestimento dunque provocante in senso anti moralistico e borghese, che mira anche alla più intima e libera espressione della sensibilità erotica ed artistica. Una sensibilità a fior di pelle che trasuda da tutte le opere esposte. 

Lo spazio Centro d'arte e cultura "Piero Montana" in via Bernardo Mattarella 64, è il contesto ideale per accogliere venti nuove acquisizioni di Juan Esperanza, Gai Candido, Accursio Truncali, Giovanni Proietto, Alba Montori, Calogero Barba, Renato Lipari, e cinque grandi pezzi di Franco Castiglione, Alessandro Di Giugno, Angelo Belvedere, Pino Manzella, Giovanni Proietto. di opere di Franco Castiglione, Alessandro Di Giugno, Angelo Belvedere, Pino Manzella, Giovanni Proietto. 
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Le opere hanno l'obiettivo di mettere a nudo l'uomo rivelandone la sua intimità e il suo Io più profondo. L'opera di Franco Castiglione raffigura in grande la sfintria numero 12, un gettone di epoca imperiale romana che su una faccia della medaglia trova stampigliata una particolare posizione erotica, mente dall'altra parte è presente un numero, quello della prestazione che consegnando il gettone in un lupanare si può in quel luogo ottenere in cambio.

Alessandro Di Giugno rappresenta invece una termografia del fallo, che attraverso numerosi punti pixel, contrassegna con quelli colorati di rosso il maggior afflusso di sangue e di calore. Il percorso continua con "Culi e chitarre" di Angelo Belvedere, uno scanzonato inno alla sodomia. L'artista italo-venezuelano, che vive nell'arcipelago di Las Roches, risente in quest'opera del clima e della magia dei Caraibi.

Un altro grande e famoso pezzo è "Acchiappacazzintanllaria" di Pino Manzella, raffigurante dei falli-uccelli volanti verso cui sono protese due mani umane con dei retini per acchiapparli. L'ultimo pezzo è invece un’opera di Giovanni Proietto, una versione dell'Origene del mondo del Courbet, nel quale l'artista di Realmonte in uno stile real-espressionistico ne fa un'opera ludica per la libertà formale e coloristica che si concede, pervenendo ad inediti risultati espressivi.

Tra le nuove acquisizioni l'opera di Calogero Barba dal titolo "Fallo" di carattere prettamente concettuale, che su fondo bianco costituito da lettere dell'alfabeto, allude a quel principio maschile che informa originariamente la materia dandole specificatamente il nome. L'opera dell'artista romana Alba Montori, "Stupro", è un vero e proprio manifesto politico per la rivendicazione di un eros autentico che esclude da sé ogni violenza sessuale, imposta senza alcun consenso.

Un’altra opera è "La mano amica" di Renato Lipari. Si tratta di una scultura di una mano aperta che sul palmo tiene un pupazzetto itifallico, opera che allude alla masturbazione maschile sin dal titolo e ricorda il famoso e repressivo detto "gioco di mano gioco di villano", messo in discussione con un'opera-divertissement dal carattere frivolo e giocoso. 

In esposizione anche le due nuove opere donate da Accursio Truncali (che si aggiungono ad una prima dell'anno scorso), e dall'artista denominati Priapo. Comune a tutte tre opere è il soggetto di un eros che è implicito nella materia informe, un fallo che è non solo espressione della virilità ma anche principio del maschio alchemico.

Per concludere si trovano anche esposti tre dei manifesti cinematografici più esclusivi della donna diventata leggenda: Moana Pozzi, la pornostar italiana più famosa di tutti i tempi, che si distingueva dalle colleghe, per classe innata e un'intelligenza singolare.
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