"La Veglia": storia di disperazione e morte, di beffe e solitudine sul palco del Biondo
L'attore Filippo Luna
Uno spettacolo rabbioso, beffardo e struggente, in cui l’ironia e la disperazione confluiscono nel medesimo fallimento, quello di chi immagina un qualsivoglia buon senso: dall'8 al 18 marzo va in scena al Teatro Biondo di Palermo "La Veglia".
Prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, lo spettacolo è scritto e diretto da Rosario Palazzolo e vede protagonista l'attore Filippo Luna, che porta sul palco una storia d'emozione e solitudine.
In scena viene riprodotta una stanza della morte al cui interno comparare una donna forsennata, Carmela, che attende il corpo della figlia. Un corpo preteso e conteso col pubblico, che sarà un antagonista ideale, muto e terribile.
La protagonista è minuta, arcigna, tenera. È una lingua di fuoco e una bocca cannone che sputa odio e sarcasmo, prendendosi gioco della sintassi comune.
Carmela porta avanti una rivolta linguistica che utilizza jingle televisivi, stralci di discorsi delle sue trasmissioni preferite, compagne di una disperazione composta. Perché lei, in realtà, non parla da venti anni: è chiusa nella sua stanza, protetta da un’immaginazione che adesso non le basta più.
Giorni e orari: lo spettacolo va in scena giovedì 8, domenica 11, mercoledì 14, giovedì 15 e martedì 18 marzo alle ore 21.00, mentre venerdì 9, sabato 10, martedì 13, venerdì 16 e sabato 17 marzo alle ore 17.30.
Prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, lo spettacolo è scritto e diretto da Rosario Palazzolo e vede protagonista l'attore Filippo Luna, che porta sul palco una storia d'emozione e solitudine.
In scena viene riprodotta una stanza della morte al cui interno comparare una donna forsennata, Carmela, che attende il corpo della figlia. Un corpo preteso e conteso col pubblico, che sarà un antagonista ideale, muto e terribile.
La protagonista è minuta, arcigna, tenera. È una lingua di fuoco e una bocca cannone che sputa odio e sarcasmo, prendendosi gioco della sintassi comune.
Carmela porta avanti una rivolta linguistica che utilizza jingle televisivi, stralci di discorsi delle sue trasmissioni preferite, compagne di una disperazione composta. Perché lei, in realtà, non parla da venti anni: è chiusa nella sua stanza, protetta da un’immaginazione che adesso non le basta più.
Giorni e orari: lo spettacolo va in scena giovedì 8, domenica 11, mercoledì 14, giovedì 15 e martedì 18 marzo alle ore 21.00, mentre venerdì 9, sabato 10, martedì 13, venerdì 16 e sabato 17 marzo alle ore 17.30.
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