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"Spiriti in fermento": mostra in memoria di Antonio Mercadante, il critico romano fuori dagli schemi

  • Ex Convento del Carmine - Modica (Rg)
  • Dal 5 al 27 ottobre 2019 (evento concluso)
  • Visitabile dal martedì alla domenica, dalle 16.00 alle 20.00. Chiuso il lunedì
  • Gratuito
Balarm
La redazione

"Autoritratto" di Giovanni la Cognata (part.)

Modica rende omaggio al critico e storico dell'arte romano Antonio Mercadante (scomparso prematuramente a Sciacca) con una collettiva di pittura e scultura, a cura di Salvatore Falzone ed Elisa Mandarà, allestita negli spazi all'Ex Convento del Carmine in piazza Giacomo Matteotti. 

In mostra trentasei opere di dodici artisti siciliani e romani, amati o scoperti da Mercadante: Salvo Catania Zingali, Giulio Catelli, Carmelo Giallo, Alessandra Giovannoni, Paolo Guarrera, Giovanni La Cognata, Sebastiano Messina, Vincenzo Nucci, Franco Polizzi, Ruggero Savinio, Vincenzo Scolamiero, Luciano Vadalà.

«Originando dal senso di un omaggio intimo e corale ad Antonio Mercadante, la mostra - spiega il critico d'arte Elisa Mandarà - stabilisce un colloquio straordinario tra lo specifico dei pittori e degli scultori invitati, che corre per il dinamismo neoespressionista di Barba e capelli di Catania Zingali, per la trasposizione pittorica delle cose della vita in pittura pura di Jeans, Marco di Catelli.
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Per la spiritualità archetipica dei Fiori nel regno dello spirito di Carmelo Giallo, per gli scorci romani attraversati dal superbo occhio pittorico di Alessandra Giovannoni, per il vibrante classicismo delle sculture di Paolo Guarrera, per l'intenso Autoritratto di La Cognata, per le opere scultoree di Messina, che dicono di mare e di sogno.

Per la misura memoriale dell’Angolo di giardino di Nucci, per le raffinate armonie di luce, spazio e colore del Cielo e le case di Sampieri di Polizzi, per il prezioso simbolismo del Tramonto di Savinio, per la finezza estrema del poetico Mutevole canto di Scolamiero, per la drammatica verità dell’Attesa di Vadalà».

Era stato lo stesso Mercadante a ideare nel 2017 la rassegna, rilanciando l'idea del collega francese Laurent Danchin di nominare un’arte "post-contemporanea" per cercare spiriti in fermento solo tra i pittori e gli scultori - artisti esclusi dal sistema arte contemporanea - considerati di retroguardia.

«Perché di questo si tratta - scriveva - quando si parla di arte contemporanea: un'arte controllata, determinata, dogmatica, standardizzata nell'apparente ecletticità, ipocritamente irridente, sempre invece in dialogo proficuo con il potere politico, finanziario, accademico, mediatico che la impone».

La selezione dei lavori in mostra al Palazzo Moncada, illustra il senso dell’operazione culturale: esaltare la bellezza di un mondo che cambia attraverso la pittura e la scultura, esclusi dal sistema che agevola l’accesso ai media, alle sale espositive dei musei, alle rassegne internazionali e alla gestione dell'arte contemporanea.

L’iniziativa è organizzata dal Gruppo Editoriale Archinet, presieduto da Alessandro Di Salvo e diretto da Salvatore Schembari, che cura anche la pubblicazione del catalogo, con il marchio Salarchi Immagini. L'organizzazione è coadiuvata dalla Fondazione degli Archi di Comiso e dalla Fondazione Teatro Garibaldi, di cui è Presidente il sindaco di Modica Ignazio Abbate, sovrintendente Tonino Cannata, consulente per le mostre d'arte Paolo Nifosì.

La mostra potrà essere ammirata al Convento del Carmine a Modica fino al 27 ottobre.

Critico e storico dell'arte, specialista di pittura italiana del Novecento, Antonio Mercadante si era formato alla scuola di Simonetta Lux e di Corrado Maltese nell’Università di Roma. Saggista, fotografo e documentarista, ideatore di una linea di objets dérivés per i musei italiani e francesi, è stato  un poliedrico organizzatore di mostre e restauri.

Capace di riconoscere come pochi la verità espressiva tra le pieghe del colore e della materia, col suo lavoro condotto tra Roma e la Sicilia, Mercadante ha teorizzato e dimostrato come la figura del critico sia stata talvolta sopravvalutata e come il ruolo di chi sceglie di mediare tra l'arte e il pubblico debba custodire un profilo etico, pedagogico e civile. 
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