"Una storia di impossibilità": lo spettacolo di Fabio Pisano in scena al Piccolo Teatro della Città
Un’anteprima di Stagione nel segno dello scambio culturale. Sabato 19 ottobre alle 21 va in scena "Una storia di impossibilità" di Fabio Pisano, con la regia di Agostina Luz Lopez e la produzione esecutiva di Alice Ferranti (in scena Claudio Boschi, Barbara Giordano e Fabrizio Martorelli), produzione nata nell’ambito di BeyondtheSUD (BetSUD).
Una storia di impossibilità è un dramma in atto unico, che narra la storia di una coppia, i cui nomi sono Uno e Moglie, e del migliore amico di lui, Zero. Uno e Moglie sono sposati da poco e lui le rivela di non poter avere figli, di essere “sterile”, probabilmente a causa dell'uso di droghe fatto in età giovanile. I due affrontano il problema con grande dolore e provano, inizialmente, a trovare una soluzione quando Uno ha un'idea: far concepire il figlio a Zero, il suo migliore amico, amico di sempre.
Uno e Zero si incontrano, e dopo il racconto di Uno, Zero accetta di concepire un figlio con Moglie; lo fa per l’enorme affetto che prova per Uno, lo fa, per un amore mai confessato che prova per lui. La storia, però, prende una piega differente, inaspettata. Moglie avverte una attrazione particolare per Zero, il migliore amico del marito. Un’attrazione forse alimentata anche dalla fertilità, dalla possibilità di concepire un figlio.
Uno va in crisi, una crisi silente, taciuta per amore della Moglie e per amore di questo figlio che sta per nascere, che scalcia, e scalcia e scalcia. Nel testo è presente un personaggio, il Didascalista, che allaccia le varie scene (che non seguono un ordine temporale preciso) mediante una diretta spiegazione al pubblico di ciò che avviene; spiegazione sempre al limite, soprattutto per gli attori/personaggi presenti in scena.
Una storia di impossibilità è un dramma in atto unico, che narra la storia di una coppia, i cui nomi sono Uno e Moglie, e del migliore amico di lui, Zero. Uno e Moglie sono sposati da poco e lui le rivela di non poter avere figli, di essere “sterile”, probabilmente a causa dell'uso di droghe fatto in età giovanile. I due affrontano il problema con grande dolore e provano, inizialmente, a trovare una soluzione quando Uno ha un'idea: far concepire il figlio a Zero, il suo migliore amico, amico di sempre.
Uno e Zero si incontrano, e dopo il racconto di Uno, Zero accetta di concepire un figlio con Moglie; lo fa per l’enorme affetto che prova per Uno, lo fa, per un amore mai confessato che prova per lui. La storia, però, prende una piega differente, inaspettata. Moglie avverte una attrazione particolare per Zero, il migliore amico del marito. Un’attrazione forse alimentata anche dalla fertilità, dalla possibilità di concepire un figlio.
Uno va in crisi, una crisi silente, taciuta per amore della Moglie e per amore di questo figlio che sta per nascere, che scalcia, e scalcia e scalcia. Nel testo è presente un personaggio, il Didascalista, che allaccia le varie scene (che non seguono un ordine temporale preciso) mediante una diretta spiegazione al pubblico di ciò che avviene; spiegazione sempre al limite, soprattutto per gli attori/personaggi presenti in scena.
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