"Visioni di Selinunte": al Salinas la presentazione del libro che racconta il parco archeologico

Il Tempio di Hera (Parco archeologico di Selinunte)
La fascinazione e la voglia di raccontare attraverso disegni, acquerelli, anche fotografie.
È un lavoro minuzioso e meticoloso quello condotto da due storici appassionati come Giuseppe L. Bonanno ed Erasmo Miceli che hanno censito e catalogato quanto di meglio hanno prodotto i visitatori e gli studiosi italiani e stranieri nel corso degli ultimi quattro secoli, come rappresentazioni grafiche delle rovine archeologiche di Selinunte.
È nato così un primo volume che raccoglie una selezione significativa di quelle produzioni, che, pur presentando caratteri artistici e scientifici indiscutibili, sono anche un racconto preciso della fascinazione di chi raggiunse la Sicilia e scoprì la bellezza di Selinunte, in tempi in cui non era stata ancora compresa fino in fondo, l’importanza dell’antica colonia megarese.
"Visioni di Selinunte" [Lithos Edizioni], con la prefazione dell’archeologa Martine Fourmont, viene presentato venerdì 9 dicembre, alle 18.00 nell’agorà del museo archeologico Salinas, a Palermo.
Dopo l’introduzione del direttore del Museo, Caterina Greco, i due autori Giuseppe L. Bonanno e Erasmo Miceli diagolano con il direttore del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, Felice Crescente e il sovrintendente del Mare Ferdinando Maurici.
L'evento a ingresso gratuito è organizzato in collaborazione con il Museo Salinas, il Parco archeologico di Selinunte e CoopCulture.
Si parte quindi da “Della Sicilia descritta con medaglie” di Filippo Paruta, del 1612, per poi inoltrarsi nei primi vagiti dell’archeologia attraverso gli occhi del filologo olandese Jacques Philippe D’Orville a metà Settecento, così via attraverso gli appunti dei nobili siciliani, Gabriele Castelli, principe di Torremuzza, e ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, il viaggio “pittoresco” e gli schizzi del francese Hoüel (che risalirà alle Cave di Cusa).
Arrivano gli inglesi, si risveglia l’interesse dei sovrani Borbone, giungono i tedeschi; con Cavallari nel 1872 esordirà la fotografia. Ai taccuini di Antonino Salinas si aggiungeranno le immagini di Interguglielmi e Sommer; si chiude con un giornalista, Gustavo Chiesi.
Ma i due autori stanno già lavorando ad un secondo volume che completerà la ricerca e approfondirà il Novecento.
È un lavoro minuzioso e meticoloso quello condotto da due storici appassionati come Giuseppe L. Bonanno ed Erasmo Miceli che hanno censito e catalogato quanto di meglio hanno prodotto i visitatori e gli studiosi italiani e stranieri nel corso degli ultimi quattro secoli, come rappresentazioni grafiche delle rovine archeologiche di Selinunte.
È nato così un primo volume che raccoglie una selezione significativa di quelle produzioni, che, pur presentando caratteri artistici e scientifici indiscutibili, sono anche un racconto preciso della fascinazione di chi raggiunse la Sicilia e scoprì la bellezza di Selinunte, in tempi in cui non era stata ancora compresa fino in fondo, l’importanza dell’antica colonia megarese.
"Visioni di Selinunte" [Lithos Edizioni], con la prefazione dell’archeologa Martine Fourmont, viene presentato venerdì 9 dicembre, alle 18.00 nell’agorà del museo archeologico Salinas, a Palermo.
Dopo l’introduzione del direttore del Museo, Caterina Greco, i due autori Giuseppe L. Bonanno e Erasmo Miceli diagolano con il direttore del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, Felice Crescente e il sovrintendente del Mare Ferdinando Maurici.
L'evento a ingresso gratuito è organizzato in collaborazione con il Museo Salinas, il Parco archeologico di Selinunte e CoopCulture.
Si parte quindi da “Della Sicilia descritta con medaglie” di Filippo Paruta, del 1612, per poi inoltrarsi nei primi vagiti dell’archeologia attraverso gli occhi del filologo olandese Jacques Philippe D’Orville a metà Settecento, così via attraverso gli appunti dei nobili siciliani, Gabriele Castelli, principe di Torremuzza, e ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, il viaggio “pittoresco” e gli schizzi del francese Hoüel (che risalirà alle Cave di Cusa).
Arrivano gli inglesi, si risveglia l’interesse dei sovrani Borbone, giungono i tedeschi; con Cavallari nel 1872 esordirà la fotografia. Ai taccuini di Antonino Salinas si aggiungeranno le immagini di Interguglielmi e Sommer; si chiude con un giornalista, Gustavo Chiesi.
Ma i due autori stanno già lavorando ad un secondo volume che completerà la ricerca e approfondirà il Novecento.
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