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Anche Castelvetrano ebbe il principe Carlo: chi fu il nobile finito ne "I Promessi Sposi"

La Sicilia è stata una delle regioni che ha visto consolidare molte famiglie nobili, dinastie e casate principesche. Vi raccontiamo la storia di Carlo Aragona Tagliavia

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 6 agosto 2023

Don Carlo d'Aragona

La Sicilia è stata una delle regioni che ha visto consolidare molte famiglie nobili, dinastie e casate principesche. Una terra di servitori - magistrati dello Stato come il "Magnus Siculus": Carlo Aragona Tagliavia.

Lo storico castelvetranese Giuseppe Salluzzo da anni, tanti, ha tracciato un percorso netto volto alla conoscenza di un personaggio affascinante e colto.

Il Principe di Castelvetrano, Duca di Terranova e Grande Ammiraglio sono alcuni dei tanti riconoscimenti che il siciliano originario di Castelvetrano (terra dei Tagliavia assegnata a Baldassare da Federico II d’Aragona), ha ottenuto durante la sua prestigiosa carriera.

Gli studi del Salluzzo hanno approfondito tematiche di natura socio-storiche con riferimenti bibliografici. Tra questi, il principe viene ricordato da Alessandro Manzoni proprio per contestualizzare il romanzo storico.

Carlo Aragona - Tagliavia è stato il governatore di Milano che emanò l’editto contro i bravi. Manzoni elenca tutti i suoi titoli per distinguerlo dagli altri che si erano succeduti come uno dei degni rappresentanti della Corona Spagnola - di origini siciliane.
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La vita castelvetranese del principe è stata intensa, descritta nei minimi dettagli durante la permanenza in città con le immense opere di architettura da lui fatte realizzare. Iniziò la sua carriera in Sicilia come Capitano D’Armi e incarico dopo incarico si stabilì a Madrid come membro del Consiglio di Stato per l’Italia.

Grazie all’iconografia pervenuta dal XVI secolo ad oggi, il governatore è stato uno dei protagonisti assoluti del periodo superando momenti di grande criticità.

Si erge (con merito) a figura - simbolo del riscatto isolano contro la peste (gestione organizzata insieme al medico Giovanni Filippo Ingrassia) e il trionfo del governo spagnolo nel territorio a tal punto da essere celebrato in Spagna con una medaglia che ne valorizza gli ideali, i valori umani e la raffigurazione simbolica (retro) del successo ottenuto.

Ottenne l’appellativo di Magnus Siculus - dal Granvelle - per meriti sociali.

Il padre, Giovanni Tagliavia, fu molto vicino all’imperatore Carlo V e Carlo, erede di una famiglia nobile, divenne un punto di riferimento nonché collaboratore di fiducia del Re Filippo II di Spagna.

Si giunse al fatidico anno 1564 quando ricevette il più alto riconoscimento nobiliare che la famiglia Tagliavia - Aragona potesse ricevere: il titolo di Principe di Castelvetrano. Dopo la morte di Re Filippo II, fu fiduciario del giovane Re Filippo III, che lo volle Presidente del Consiglio d’Italia.

Divenne anche Presidente del Regno di Sicilia per due mandati, Vicerè in Catalogna e Governatore di Milano. Morì a Madrid nel 1599 e fu sepolto nel mausoleo di Castelvetrano, nella chiesa di San Domenico.

Il suo Sepolcro, moderno e innovativo, fu decorato, per suo volere, con marmi dell’antichità romana a dimostrazione, anche dopo la sua morte, del suo stato sociale e delle conoscenze in tutti i campi: architettura, strategia militare, letteratura ed arte.

L’apparato decorativo della chiesa di San Domenico è espressione della sua cultura: il mecenate portò nella città di Castelvetrano il Rinascimento e coinvolse i maggiori artisti presenti in Italia per realizzare un capolavoro del manierismo italiano che tanto ha in comune con gli ambienti romani e fiorentini e con i maestri del Rinascimento.

È un’opera in stucco che racconta l’importanza di Antonino Ferraro; uno scultore, stuccatore e architetto ancora poco studiato dagli storici dell’arte. Il volume riporta gli aspetti principali della vita del Principe.

Giuseppe Salluzzo fornisce una sintesi completa e documentata di tutta l’attività amministrativa e i vari temi di ricerca che possono essere approfonditi negli studi di Maurice Aymard, di Giovan Battista Ferrigno, di Lina Scalisi e di Maurizio Vesco che hanno pubblicato approfondite ricerche su eventi e periodi storici legati al Principe.

Il testo rimanda agli Archivi di Stato di Napoli e Palermo, archivi vaticani, ma anche allo studio di fonti inedite ancora sconosciute dove Carlo ha svolto la sua attività amministrativa ( Milano, Fiandre, Catalogna, e Madrid) e divenuto uno dei personaggi più importanti del periodo.
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