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Braccialetti, bodycam e barriere di vetro per la sicurezza: le novità sui bus a Palermo

Dopo gli ultimi episodi di violenza sui mezzi Amat si accelera sulle misure a tutela di conducenti e passeggeri. Il presidente Mistretta: "Almeno due aggressioni al mese"

Luca La Mantia
Giornalista
  • 2 luglio 2025

Sugli autobus dell'Amat in arrivo nuove misure di sicurezza

Panic button, ovvero pulsante di emergenza. Se ne parla da giorni come antidoto contro le aggressioni sugli autobus a Palermo. In realtà, per aumentare la sicurezza sui mezzi dell'Amat, sempre più arena di intemperanze (nella migliore delle ipotesi) non c'è solo il tasto di allarme con cui si chiede aiuto alle forze dell'ordine.

Due decreti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti stabiliscono una serie di misure a tutela dei passeggeri e del personale a bordo che dovranno essere applicate entro la fine dell'anno.

Tra le novità ci saranno anche paratie in vetro a protezione del conducente, dispositivi mobili di geolocalizzazione e di allarme, bodycam in via sperimentale (anche se a partire dal 2027). Clicca qui per leggere il decreto con le misure previste.

La risposta alle continue violenze registrate negli ultimi mesi a bordo degli autobus dell'Amat arriva dunque direttamente dal governo. L'ultimo episodio è successo pochi giorni fa in viale Regione Siciliana, all'incrocio con con la via Altofonte, quando un autista della linea 364 è stato colpito con calci e pugni alla testa e al volto da un automobilista.

Perché tanta violenza? Il conducente del bus lo aveva semplicemente invitato a spostare la sua vettura che, parcheggiata in doppia fila, ostruiva il passaggio. Ma quello, invece di affrettarsi a rimuovere l'auto da lì, lo ha preso a botte. L'autista, trasportato in ambulanza all'ospedale Civico, ha riportato un trauma cranico con interessamento del naso.

«Quest'anno i casi di violenza sono aumentati notevolmente - commenta il presidente di Amat Giuseppe Mistretta -, si verifcano almeno due aggressioni al mese. Come intervenire? Non vogliamo modificare le linee, dobbiamo garantire il diritto alla mobilità».

L'unica strada, dunque è adeguarsi al più presto alle misure di sicurezza chieste da Roma. Ovvero le paratie in vetro, come dispone un altro decreto del ministero (leggi qui), e ulteriori sistemi di allarme.

«I nuovi autobus sono già provvisti di paratie che consentono la protezione degli autisti - spiega Mistretta -. Su un parco circolante di circa 300 mezzi, già 70 ne sono dotati».

Più lunghi i tempi per le altre misure di sicurezza. Certamente se ne parlerà dopo l'estate, come prevede lo stesso presidente di Amat. Oltre all'ormai noto panic button, entro l'anno saranno consegnati ai conducenti dei braccialetti elettronici che consentano la geolocalizzazione e la chiamata di emergenza alle forze dell’ordine.

«L'obiettivo - spiega Mistretta - è consentire l'intervento entro 5 minuti dall'allarme. Certamente sarà un'arma importante per avere più sicurezza sugli autobus». Sui tempi e su altre eventuali iniziative sarà data comunicazione al termine del vertice in programma giovedì pomeriggio in prefettura.

Al centro dell'incontro non solo le aggressioni sui mezzi di trasporto pubblico, ma più in generale sul clima di insicurezza che in questi ultimi mesi si respira in città. In attesa di ulteriori disposizioni, intervengono anche i sindacati senza nascondere la loro preoccupazione. Quel che accade sui bus è emblematico di un allarme crescente.

«Si dia seguito al piu presto al protocollo siglato questo mese presso la prefettura fra l'azienda e la Regione, per garantire più sicurezza agli operatori del trasporto pubblico locale e al personale sanitario a Palermo e che prevede l'utilizzo del panic button», chiedono Federica Badami, segretaria generale Cisl Palermo Trapani, e Dionisio Giordano, segretario generale Fit Cisl Sicilia.

Sull'allarme violenze intervengono anche i segretari generali e regionale di Uiltrasporti, Katia Di Cristina e Alfredo Montalto: «Non possiamo più tollerare questa normalizzazione dell'aggressività». E ancora: «La sicurezza dei lavoratori non può più essere considerata un costo. Servono consapevolezza, responsabilità e azioni concrete»
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