ARTE E ARCHITETTURA
A Palermo ha già fatto la storia: chi è la prima presidente dell'Ordine degli Architetti
Specializzata in progettazione urbana vanta un curriculum che affianca esperienze accademiche a incarichi pubblici. L'intervista sulla sua visione della città del futuro

Il presidente dell'Ordine degli architetti di Palermo Giuseppina Leone
Leone, specializzata in progettazione urbana e con un curriculum che affianca esperienze accademiche a incarichi pubblici, ha recentemente fatto la storia diventando la prima donna a ricoprire la Presidenza dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Palermo.
Un cambiamento che va oltre il dato anagrafico o di genere: è un segnale forte che parla di rinnovamento, di fiducia e di merito. «È un traguardo collettivo, non semplicemente legato alla parità di genere», afferma.
«Essere la prima donna alla guida dell’Ordine è un segnale forte, e sono orgogliosa che colleghi e colleghe mi abbiano votato, a dimostrazione che oggi il merito può davvero prevalere. In chiave simbolica e culturale, questo passaggio indica che Palermo è pronta a una nuova fase in cui la pari dignità tra uomini e donne non è più una conquista da difendere, ma un principio attuato».
Nel suo studio, tra tavole progettuali e libri d’arte, l’architetto Leone parla della città con passione e lucidità. Il suo approccio coniuga competenza tecnica e attenzione per l’impatto sociale dell’architettura. Centrale nella sua visione è la sostenibilità, non solo come principio ambientale ma come pratica concreta.
«La sostenibilità deve diventare prassi concreta e non restare uno slogan», sottolinea. «Abbiamo già intrapreso un percorso in tal senso nel precedente mandato, ma serve una crescita di consapevolezza collettiva. Con oltre 3.400 iscritti e un bacino territoriale di oltre 600.000 abitanti, il nostro impegno sarà quello di diffondere una cultura progettuale capace di trasformare l’approccio all’ambiente in senso strutturale e duraturo».
Non si può parlare di Palermo senza toccare il tema del suo patrimonio architettonico, spesso trascurato ma dal potenziale straordinario. L’architetto Leone lo sa bene e tra i suoi obiettivi c’è proprio quello di risvegliare l’identità urbana attraverso una partecipazione attiva. «Vogliamo accendere i riflettori su aree strategiche, sostenendo il lavoro di associazioni, studiosi e cittadini che già operano come sentinelle sul territorio», dice con convinzione.
«Serve un nuovo patto tra città e istituzioni, per trasformare parole come "partecipazione" e "qualità architettonica" in azioni concrete. Sosterremo con forza il concorso di architettura come strumento democratico, ma anche come garanzia di qualità, che però va reso più efficiente dal punto di vista normativo».
Una particolare attenzione è rivolta ai giovani professionisti. L’architetto Leone ha già dimostrato di credere fortemente nel loro contributo, promuovendo la nascita del COGA (Coordinamento Giovani Architetti), che oggi rappresenta un terzo degli iscritti all’Ordine.
«Già con il COGA abbiamo dato voce ai neo-iscritti e agli under 40 - racconta -. Grazie a questa rete, tre giovani— Luca Spanò, Salvatore Gattuso e Giulia Canale — sono entrati nel Consiglio. È un segnale forte in un paese dove essere giovani è spesso visto come un limite. Vogliamo continuare a offrire strumenti e spazi reali di partecipazione».
Nell’immaginare il futuro di Palermo, Giuseppina Leone guarda a modelli internazionali e li adatta con intelligenza alla realtà locale. «Occorre guardare agli esempi virtuosi: Medellín, in Colombia, ha trasformato spazi urbani residuali in chilometri di verde urbano, restituendo biodiversità e abbassando le temperature.
Quel modello ci insegna che si può essere pragmaticamente poetici. Anche Palermo può seguire questa strada, trasformando le idee in progetti, e i progetti in benefici per l’ambiente e la cittadinanza, generando al contempo lavoro e qualità della vita».
La sua visione non si ferma alla progettazione fisica dello spazio, ma tocca le radici più profonde del vivere urbano. Rigenerazione, per lei, è soprattutto rigenerazione sociale.
«L’architettura è, prima di tutto, rigenerazione sociale. Uno spazio ben progettato ispira, eleva, migliora la qualità della vita. Viceversa, uno spazio mal progettato la mortifica. Dobbiamo tornare a dare significati veri alle parole: "rigenerazione" non deve restare concetto astratto.
L’Ordine si impegnerà anche sul piano legislativo per restituire centralità al ruolo dell’architetto, consapevoli che la bellezza urbana conviene a tutti e costa meno della bruttezza diffusa».
Infine, sull’annoso tema delle periferie e degli spazi pubblici, la presidente non ha dubbi: serve partecipazione vera, trasparenza e un ritorno al concorso d’idee.
«Solo attraverso processi partecipati e trasparenti possiamo aspirare a una nuova qualità dello spazio pubblico,” conclude. “È fondamentale coinvolgere la cittadinanza e renderla parte attiva delle trasformazioni urbane, affinché diventi massa critica consapevole e ascoltata dalla politica».
Con Giuseppina Leone alla guida dell’Ordine, l’architettura palermitana sembra pronta a riscoprire il proprio ruolo di motore civile, culturale e ambientale. Una figura che unisce rigore e sensibilità, visione e concretezza. E Palermo, forse più che mai, ha bisogno proprio di questo: di qualcuno capace di immaginare la bellezza come un diritto collettivo.
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