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Era un "piazzista" e a Palermo divenne il re dei tessuti: Benjamin Ingham e la sua ascesa

La sua fortuna vera inizia in Sicilia, precisamente nella Palermo industriale ottocentesca dove nel 1812 fonda la Società Commerciale Ingham & C.

  • 21 giugno 2021

Una foto storica di villa Ingham Withaker a piazza Castelnuovo demolita durante il sacco di Palermo

Anche se si è scritto tanto sulla vita degli Ingham vorrei portare alla vostra attenzione un bell'articolo redatto dal professore. Romualdo Giuffrida sul testo "Banche e Banchieri in Sicilia" pubblicato nel 1992 dalla fondazione culturale "Lauro Chiazzese" dove, tra l'altro, il prof Giuffrida riporta di aver ritrovato il testamento di Benjamin Ingham.

È un breve ma consistente trattato sulla vita di Benjamin Ingham, personaggio davvero interessante e che ci riporta nella Palermo industriale ottocentesca e degli intrecci commerciali internazionali che coinvolgevano il capoluogo siciliano.

Il prof Giuffrida inizia l'articolo mettendo in evidenza la figura di Tina Scalia Whitaker (moglie di un pronipote di Ingham) che riporta alcune notizie storiche sul nostro Benjamin nella sua pubblicazione inglese del 1907 dal titolo “La Sicilia e l'Inghilterra” e che verranno completate nel 1936 con la pubblicazione di un opuscoletto dedicato a Benjamin Ingham ed in cui vi è la diffusione di notizie in parte documentate e in parte provenienti dalla tradizione orale; tale testo sarà fonte di ispirazione per Rosario Romeo nella pubblicazione "il Risorgimento in Sicilia" e che successivamente saranno completate da altri vari libri (vedi Irene Neu, Releigh Trevelyan, ecc.).
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Prima di inoltrarci nella storia personale di Benjamin, Giuffrida tiene a sottolineare il legame prettamente commerciale che univano Sicilia e Inghilterra già dal ‘400 (nel 1450, come scrisse il professore Trasselli, esisteva già una bottega che vendeva "panni de Londres") e che si sviluppò fino all’800.

Un fattore importante per la nostra storia fu sicuramente il blocco continentale Napoleonico che creò le premesse per un più assiduo commercio in Sicilia da parte degli Inglesi, soprattutto quelli tessili dello Yorkshire ed è infatti da qui che inizia la vita siciliana di Benjamin il quale fu inviato da una Società di tessuti Inglesi a Palermo come piazzista sin dal 1806 (anche se non risultano tracce documentate prima del 1811).

In effetti nel testamento, come riporta il Giuffrida, si evince che era nato a Leeds nella contea di York e che risiedeva a Palermo dal 1812.

Ma con quale lavoro inizia la fortuna di Benjamin?

Importando tessuti comuni dall'Inghilterra, cioè le cotonine, che successivamente piazzava nei centri commerciali più importanti e che gli permise di accumulare un buon capitale, tanto da partecipare, insieme con altri mercanti, alle aste per la fornitura di stoffe per le divise delle truppe rivoluzionarie del 1820, facendo di fatto le più grosse forniture.

Nel 1812 fonda quindi la Società Commerciale Ingham & C. a Palermo che si occupa della vendita di tessuti e stracci (per realizzare la carta) Inglesi, successivamente fonda un'altra società a Marsala, in contrada San Francesco di Paola, realizzando una fattoria vinicola per sfruttare la produzione del vino all'uso di Madera, seguendo così il filone del connazionale Woodhouse.

Ed a proposito della carta, un caso singolare della potenza commerciale Inglese si ha proprio nella vendita degli stracci per la carta: i baroni Turrisi di Castelbuono costruirono una cartiera, ebbene i commercianti Inglesi fecero pressione sul governo Borbonico per far comprendere loro il danno di questa iniziativa ed infine alzarono il prezzo degli stracci per far chiudere la cartiera, cosa che avvenne alla faccia dei baroni Turrisi.

Ma gli interessi di Ingham non si limitavano solo ai tessuti, avendo un grosso capitale nel 1818-19 cominciò a fare il banchiere anticipando denaro alla nobiltà Palermitana con un tasso di interessi al 7% e con la garanzia di immobili.

Esempio pratico è quanto accaduto al Principe di Pantelleria che chiese uno di questi prestiti per finanziare la sua miniera di zolfo a Racalmuto che, ovviamente, fallì e Ingham acquisì il "Giardino della Fontana" a Racalmuto.

In una di queste operazioni di prestiti Ingham fa il colpaccio per entrare nella nobiltà Palermitana (alla Florio per intenderci) poiché sposa la duchessa di Santa Rosalia (vedova Spadafora), sua debitrice.

Altra operazione interessante fu quella di costituire una Società di battelli a vapore insieme agli emergenti Florio per il trasporto delle merci e sempre con loro costituì una Società che si occupava della produzione dei derivati dello zolfo.

Inoltre, sfruttando precedentemente la sua piccola flotta di barche a vela insieme a un certo Stephens, commerciava molto con l'America; facendo dei grossi investimenti nel nuovo mondo incrementò il suo capitale lasciando ai propri eredi un patrimonio immenso.

Alla sua morte designa come erede universale il nipote Guglielmo Ingham Whitaker e di tutti gli eredi solo Giosuè amministrò lo stabilimento di Marsala sino al 1923; nel 1926 gli Ingham – Whitaker costituiscono una Società che scomparirà per volere di Joseph Isaac Whitaker.

Questa, miei cari lettori, era la Sicilia dell'800 ai tempi dei grandi commercianti: isola adorabile, luogo di mare e di fortuna, dove chi aveva fiuto per gli affari e voglia di fare riusciva a realizzare grandi imprese economiche creando imperi commerciali.
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