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Fa musica sin da ragazzino, da Alcamo vola a Sanremo (e torna): chi è Salvatore Ruisi

La sua musica è un mix di folk dal sound americano e canzone d'autore italiana, alla continua ricerca di un senso che sempre sfugge e non si fa mai acciuffare

Selene Grimaudo
Giornalista pubblicista e pedagogista
  • 15 febbraio 2023

Salvatore Maria Ruisi

Salvatore Maria Ruisi è l'ultimo dei romantici, sul territorio alcamese, con una visione nostalgica del tempo che passa e una percezione intimistica dell'esistenza che connota un mondo interiore tanto ricco quanto nascosto ai più.

Da ragazzo si teneva tutto dentro, come se la sensibilità che lo caratterizzava non potesse trovare riscontro nel mondo esterno e allora per dare sfogo al suo sentire ricco e variegato ha iniziato a scrivere. La scrittura, come forma d'espressione interiore, era una necessità.

Scrivere lo faceva stare bene, come se avesse bisogno di un amico a cui confidare tutto ciò che aveva dentro, attraverso la penna e un foglio parlava con se stesso, già dai tempi del liceo e appuntava su un diario giorno per giorno i suoi pensieri.

Questi pensieri scritti, in forma sparsa, con il tempo si sono trasformati in versi sino a diventare, nel periodo universitario, canzoni. Suonava già da ragazzino la chitarra da autodidatta «in casa ho sempre ho avuto tante chitarre – afferma Salvatore - poiché mio padre suona, cosi in età adolescenziale piuttosto che passare il pomeriggio come molti miei amici davanti alla play station mi annoiavo incuriosito con una chitarra in mano».
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Classe 1988 e un'aria da chansonnier europeo, con un innato bisogno di trasformare la vita e le esperienze in narrazione, ha affidato agli strumenti tipici della tradizione folk, chitarra e armonica, il suo racconto intimo.

La sua musica è un mix di folk dal sound americano e canzone d'autore italiana che restituisce della vita, la poesia della continua ricerca di un senso che sempre sfugge e non si vuole mai fare acciuffare.

Si ispira ai cantautori italiani Fabrizio De Andrè, Francesco de Gregori, Lucio Dalla, Franco Battiato, Francesco Guccini, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Piero Ciampi, con uno sguardo attento sempre ai cantautori contemporanei come: Giovanni Truppi, Andrea Laslo de Simone, Brunori, Appino dei Zen Circus, Antonio Di Martino.

La musica lo “ha salvato” dal mondo esterno, dalla sua estrema sensibilità, da un mondo che toglie e che offre poco, da un'esistenza dura nel momento in cui la stessa sensibilità si scontra con le necessità e le difficoltà della vita.

La musica gli ha fornito una dimensione nuova in cui vivere e gioire, espandersi e crescere, uscendo dalla visione solipsistica del sé e incontrandosi con “l'altro” e con gli altri artisti che a poco a poco si sono avvicinati a lui e alla sua arte.

«Nel live suono spesso da solo – afferma Salvatore - ma quando è possibile a seconda dai contesti e dal tipo di evento sono solito farmi accompagnare da altri musicisti. Tra tutti Salvatore Novena, polistrumentista, che negli ultimi anni mi ha seguito in quasi tutti i live.

Tra noi è nato un rapporto di amicizia sincera che va al di là della musica e che ci permette di portare sul palco, oltre ai nostri strumenti, questa nostra sincera sintonia. Il progetto musicale, comunque, è sempre stato personale, cosi come le mie canzoni. Ogni parola e ogni nota nasce dentro di me».

Nel febbraio 2014 partecipa al Premio Buscaglione a Torino, viene selezionato tra gli artisti a partecipare ad un contest interno per giovani cantautori nominato “Notte rossa Barbera”, aggiudicandosi la prima posizione. Nel 2018 presenta un suo inedito al concorso Area Sanremo, si esibisce al Casinò di Sanremo per la finalissima e nello stesso anno pubblica il primo singolo e video “Mondo Capovolto”.

L’esperienza di Sanremo è stata la chiave di volta della sua carriera. Dopo quell’esperienza oltre alla pubblicazione del suo album d’esordio sono arrivati tanti riconoscimenti e tappe live come quella ai cantieri della Zisa a Palermo per il Beat Full Festival.

Viene citato sul periodico nazionale Classic Rock tra gli artisti emergenti di maggior interesse del 2018. Nel 2020 esce il primo singolo dell'album "Gocce" e nel 2021 il suo primo disco negli studi di Indigo a Palermo con la produzione artistica di Fabio Rizzo e Donato Di Trapani, sempre nel 2021 la title track dell'album "Niente non rimane niente".

Pubblica il suo album d'esordio "Niente non rimane niente - Atto I" in cui canta della vita, della nostalgia del tempo che passa e che inesorabilmente ci cambia, di una generazione meno fortunata rispetto alle precedenti, che non riesce a diventare grande perche si è smarrita per la via.

«Lungo il percorso, ci si rende conto che ogni conquista, ogni traguardo raggiunto è soltanto un attimo di fragile felicità. Non rimarrà niente, soltanto l’amore vero e incondizionato che vive dentro di noi».

Nel 2022 pubblica il brano “Torneremo” scritto durante il lockdown che parla di speranza ma con una certa diffidenza: «È un viaggio immaginario in un futuro incerto senza data fissata, potrebbe essere domani ma anche fra dieci anni. Un futuro che si vuole gestire ma che tradisce regolarmente ogni aspettativa camminando su questo tempo con “scarpe rotte e piene di stelle”, tra la speranza e la rassegnazione.

Nella mia piccola e breve carriera, ho vissuto come molti, alti e bassi, momenti di grande euforia e di grandi traguardi ad altri momenti meno esaltanti, circondato da un immenso silenzio dovuto oltre che al mio carattere e alla mia naturale propensione ad isolarmi al periodo storico degli ultimi anni legati alla pandemia, allo stop dei live e alla crisi generale del settore musicale.

Il mio album era pronto prima della pandemia con delle aspettative diverse rispetto a quando poi è uscito successivamente. Nel frattempo era cambiato tutto. Molti contatti che lavoravano al mio fianco non c’erano più. Molti locali, festival non hanno più riaperto o non sono più tornati.

Molti concerti quindi annullati o rinviati ma mai recuperati. Da emergente e da indipendente (il mio album è stato interamente autoprodotto) è stato come ritornare indietro nel tempo e ricominciare tutto d'accapo».

Salvatore Maria sta lavorando al suo secondo album e sta organizzando un tour live voce e chitarra, crudo e essenziale, per tutta la Sicilia.

Un consiglio che sente di dare a chi si approccia al mondo della musica è quello di cercare sempre la propria via, di essere fedeli a se stessi per quel che si è e di non seguire mode o modelli, essere testardi, rompiscatole e di non avere paura di avere la “faccia tosta” in questo ambiente.

Ogni incontro, ogni parola, ogni consiglio può essere opportunità. «Io forse per carattere, timidezza o per orgoglio o per essere semplicemente delicato in certi rapporti – afferma Salvatore Maria - ho perso tanti treni importanti. In ogni caso, credo nella musica. La musica è un linguaggio, un mezzo comunicativo per arrivare al cuore di chi ci ascolta e l’autenticità, indipendentemente dal genere che si suona o si ascolta, è fondamentale».
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