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Inserita nel piccolo volumetto nero fu tra le "60 ville da salvare": la Badia dei Sett'angeli

La Badia dei Sett'angeli del quartiere Uditore di Palermo si candida a rappresentare uno dei pochi punti notevoli evocativi di tempi assai più rispettosi del territorio ricchi di storia e ancora in piedi

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 25 marzo 2022

Badia dei Sett'angeli

Tra le "60 ville da salvare" che al volgere dei difficili anni Settanta l'allora Azienda del turismo di Palermo e Monreale, inserisce nel piccolo volumetto nero anticipatore del disastro urbanistico contemporaneo, vi è anche il convento delle monache della Badia dei Sett'angeli all'interno del quartiere Uditore.

Prospiciente la via omonima, a pochi metri dalla trafficatissima via Michelangelo “terra di confine” tra quinta e sesta circoscrizione, l'edificio mancante di un'ala non completamente definita, si compone di un corpo centrale che ospita la Chiesa caratterizzata da una rigida simmetria centrata e accentuata da una sorta di cornicione arcuato che prosegue in orizzontale alla quota dell'ultimo solaio per l'intero sviluppo del corpo laterale sinistro. La facciata lievemente convessa permette l'accesso all'aula a navata unica attraverso un monumentale portale a paraste modanate sormontato da un classico timpano triangolare.
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Le due ali residenziali in pietra calcarenitica a vista dal tipico color ocra chiaro e caratterizzate dall’intonaco bianco a ridosso delle sole finestre, si fondono al corpo centrale mediante due volumi semicircolari dalle medesime condizioni formali.

Inaugurato nel 1746 e passato solo nell'immediato dopoguerra ai padri redentoristi, il cui fondatore fu San Alfonso Maria de' Liguori, oggi l'edificio fa da quinta marginale alla strada di collegamento in direzione della borgata Uditore, schermando l'interessante brano di giardino retrostante residuo all'interno del quale sorgono interessanti orti urbani coltivati anche da privati.

Tra la vastità dei diversi quartieri confluenti nell'immediata vicinanza, caratterizzati dalla prevalenza di edifici residenziali costruiti durante il boom edilizio, la Badia dei Sett'angeli si candida a rappresentare uno dei pochi punti notevoli evocativi di tempi assai più rispettosi del territorio ricchi di storia e ancora in piedi.

La tutela di ciò che ancora fortunatamente rimane relativamente al ricco giardino di pertinenza, dovrebbe interessare la politica locale come condizione inderogabile da porre davanti a qualsiasi possibile ipotesi di futura speculazione edilizia “da qualsiasi provenienza essa possa arrivare”, a fronte del poco verde residuo ancora esistente nell'intera arteria di viale Michelangelo e del vicino e martoriatissimo territorio di Cruillas.
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