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"La Rotta dei Catalani" con le sue formiche è a Palermo: l'opera di Emilio Isgrò alla Gam

L'opera del Maestro, noto per le sue "cancellature" occupa tre pareti di una delle sale monumentali della Galleria: un luogo da sempre immaginato per la sua conservazione

Balarm
La redazione
  • 13 marzo 2023

"La Rotta dei Catalani" di Emilio Isgrò

«La Sicilia del Gattopardo è finalmente chiusa e abrogata, si apre ora la Sicilia delle formiche, che costruisce».

Così Emilio Isgrò nel 2001 in occasione della grande mostra personale portata a Palermo a cura di Achille Bonito Oliva, aveva presentato la sua installazione "La Rotta dei Catalani" che oggi torna nel capoluogo siciliano.

La grande opera, successivamente acquisita ddal Comune di Palermo, è stata infatti installata in una delle sale monumentali della Galleria d’Arte moderna di Palermo dove è stata presentata lo scorso sabato 11 marzo. Un luogo da sempre immaginato per la sua conservazione dal Maestro, conosciuto a livello internazionale per le sue "cancellature".

Proprio a cavallo del nuovo millennio la cancellatura di Isgrò conosce un nuovo passo, anzi, si mette in camino e si trasforma in quegli insetti laboriosi e socievoli che sono le formiche oltre alle api che da allora in poi è possibile trovare nei suoi lavori.

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Questi insetti rappresentano l’opposizione fra forze vitali e distruttive, fecondità e sterilità, luce e tenebre, proprio la dialettica tra opposti che la cancellatura richiede perché in Isgrò questa non è atto di distruzione ma di rinascita, un continuo inno alla vita.

"La rotta dei Catalani", nella nuova collocazione immaginata e progettata dallo stesso artista e realizzata sotto la supervisione del suo Archivio, occupa tre pareti di una delle sale monumentali al piano terra della Galleria.

Su quella di centro è presente un grande libro aperto sulla cui pagina di sinistra è possibile leggere una vera e propria esortazione: Formicolate! Formicolate! Formicolate per tutto il Mediterraneo.

Oltre all'italiano la stessa incitazione è riportata in lingua catalana, anch'essa una lingua romanza tra quelle parlate nel "mare di mezzo", lingua e comunità che è presente anche in Sicilia. In assonanza con il verbo che invita a brulicare sono presenti delle formiche su entrambe le pagine.

Queste si muovono sul libro ma un più ampio sciame di questi insetti si muove su entrambe le tre pareti con traiettorie curvilinee proprio a indicare l’auspicato distribuirsi per il "mare nostrum", così come lo chiamavano i romani. Il riferimento è a quelle direzioni che un tempo erano le molte rotte attraverso cui si scambiava oltre alle merci anche genti e cultura.

E la grande cultura mediterranea a cui Isgrò nella sua arte ha fatto da sempre riferimento si è proprio formata sulla contaminazione tanto delle parole quanto degli scambi.

Il monito di Isgrò a formicolare è rivolto a tutti affinché, come volenterosi messaggeri, ci si metta in cammino per riallacciare e rinnovare i fili culturali della grande eredità lasciata da chi nei secoli ha abitato il Mediterraneo.

Il restauro e l’allestimento, realizzato grazie al contributo dell’Associazione Ars Mediterranea in collaborazione con Elenka «si inserisce - come afferma l’Assessore alla Cultura Giampiero Cannella - in complessivo progetto di riordino delle collezioni e di valorizzazione del museo anche attraverso il rilancio delle attività espositive e l’attenzione ai nuovi linguaggi dell’arte contemporanea».

«La città recuperando una significativa testimonianza di uno dei più insigni Maestri dell’arte contemporanea - afferma il sindaco Roberto Lagalla - vuole ribadire la centralità dei Beni Culturali e il ruolo che i musei possono avere per la crescita e lo sviluppo culturale della città».

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