AMARCORD

HomeNewsLifestyleAmarcord

Le spose di via Bandiera, il Tropical e "u pallunaru": la (bella) Palermo degli anni '60

Si ballava al ritmo dei juke box, le donne avevano maxi chignon e c'erano i primi amori struggenti anche se la famiglia restava il pilastro indiscusso della società

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 10 novembre 2022

Palermo negli anni Sessanta (Foto di Palermo di una volta)

Gli anni '60, quelli che ho sempre immaginato. Gli anni della carta e dei calcolatori elettronici, delle casse e delle macchine per scrivere elettriche, delle banconote giganti, della televisione in bianco e nero e della radio su ogni comò di casa. Nascevano la "Olivetti" e "Remington" marchi disponibili in una Palermo che viveva quel progresso, ossia il boom economico.

Anni del commercio vero, dei negozi sotto casa: la latteria, la merceria, il salumiere, il ciabattino, il sarto, il lustrascarpe. C'era tanto rispetto nelle famiglie, tra i colleghi, tra i fidanzati, con il buon vicinato. In ogni rapporto c'era voglia di essere solidali.

Reciprocità di pensieri e di esperienze, una spalla per chi aveva un problema, un forte abbraccio per chi desiderava presenza. C'erano sacrifici e sogni, ogni briciola conquistata era un successo condiviso. L'auto era un lusso, il giradischi un oggetto prezioso, la televisione una scusa per stare insieme.
Adv
Stava per iniziare l'epoca del benessere, con un boom economico passato alla storia e un progresso lento. Era forte, quindi, l'entusiasmo della gente per ogni piccola cosa. In ogni famiglia c'era un ruolo ben preciso anche se le donne cominciavano ad avvertire desiderio di indipendenza.

La famiglia rappresentava il pilastro dell'esistenza, c'erano le famiglie patriarcali e non le famiglie allargate. Queste ultime potevano essere solo un'utopia per quei tempi. Non era previsto il divorzio. Il diritto di famiglia venne infatti riformato tempo dopo, nel 1975.

Non mancavano però gli amori struggenti tra uomini e donne impegnati, e l'autenticità di un sentimento. Alla domenica c'erano i cancelli aperti del giardino inglese dove all'ingresso si incontrava sempre "u pallunaru", il venditore ambulante di palloncini che faceva felici tanti bambini.

All'uscita era tappa fissa passare all'Extra Bar o alla pasticceria svizzera per comprrare i dolci del giorno di festa. Cambiava la moda con il trionfo delle Sorelle Fontana, e a Palermo l'atelier Provenzano di via Bandiera vestiva le nuove spose, insieme alle innumerevoli sartorie. A quei temi le sarte in casa confezionavano gli abiti più importanti della vita; i sarti vestivano gli uomini di classe confezionando abiti su misura.

Arrivava, inoltre, la nascita del bikini, e i maxi chignon oversize. C'era la voglia di vivere il mare, le acque di Sferracavallo e di Isola delle Femmine, le vacanze in auto, in Fiat 500, la domenica.

C'erano i lidi, nasceva il lido Tropical di Capaci, con qualche cabina e all'ingresso un immancabile juke box dove si poteva ballare a piedi nudi sporchi di sabbia. Quella sabbia era cosi tanta da formare dune e ricoprire nettamente le ruote delle auto parcheggiate: sarebbero servite delle catene estive!

Ma torniamo al juke box: con 50lire si poteva scegliere la canzone preferita e assistere a quel movimento intrigante di quel braccio meccanico che afferrava il disco e metteva in funzione una macchina musicale che si illuminava di quelle note che sentenziavano amori e affinità di chi si lasciava prendere, cercare, baciare e scherzare solo per un po'. Erano le estati di "Tintarella di Luna", "I Vatussi", "Twist", "Il tuo bacio é come un rock", "Sapore di sale sapore di mare" e "Abbronzatissima".

I dischi potevano comprarsi nel nuovissimo negozio "Ricordi" di via Ruggero Settimo aperto nel '57. Erano gli anni dei complessi e dei night club. Trionfava il Mirage della Famiglia Caminita in via Emerico Amari, e i complessi come quelli di Filippo Alotta. La musica dal vivo era una grande scoperta rivelatrice di un'epoca e di un'arte.

E quando stavano quasi per concludersi questi anni i giovani furono protagonisti della rivoluzione culturale del '68 divenendo per sempre i sessantottini di un'epoca passata alla storia. Il desiderio di libertà e trasgressione solo un paio di anni dopo avrebbe fatto vivere Palermo come Woodstock e l'Isola di Weight con la manifestazione "Palermo Pop 70" che vide la città al centro del mondo.

C'era la Vespa, quella con un solo sedile triangolare. per sentirsi liberi, arrivare prima al lavoro, scorazzare nel posto desiderato. C'era opulenza di sensazioni, sogni semplici, c'era l'America come apoteosi dove qualcuno era andato per fare fortuna, c'era un telefono quasi per ogni casa che squillava più forte se era una chiamata interurbana, e c'era una cartolina di saluti che arrivava puntuale in quella buca della posta che procurava battiti di cuore.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI