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Le sue rovine nascoste sul fondo del lago: il mito della città sommersa nello Stretto

Secondo il mito, il posto in cui oggi c'è il lago di Ganzirri, a Messina, un tempo era occupato da una sfavillante cittadina dalle incredibili costruzioni architettoniche

  • 8 aprile 2020

Il lago grande di Gazzirri a Messina (foto Pinterest)

Il nome deriva dalla principessa che la governava. Era circondata da mura bianche in pietra ed il centro era molto fertile e crocevia di scambi commerciali e culturali tra le popolazioni indigene della Sicilia preellenica.

Stiamo parlando di Risa, la città che oggi sarebbe un lago. Si trova nella riserva naturale di Capo Peloro a Messina, nella punta nord orientale della città nei borghi di Torre Faro e Ganzirri. Secondo il mito, prima che il lago di Ganzirri si formasse, il suo posto era occupato da una sfavillante cittadina dalle incredibili costruzioni architettoniche.

Un fortissimo sisma però distrusse Risa ed uccise tutti i suoi abitanti, facendo sprofondare la città per parecchi metri sotto terra e lasciando al suo posto una desolante fossato. Nel corso degli anni, la depressione del terreno fu riempita dall’acqua piovana e da altri agenti naturali che ne formarono l’attuale lago di Ganzirri.

Secondo i racconti dei pescatori della zona, in alcune notti sarebbe possibile udire ancora i dolci rintocchi della campana della chiesa di Risa, le cui rovine giacerebbero sul fondo del lago. Nonostante la torre del tempio sia stata rasa al suolo dal terremoto, la campana suonerebbe ancora per avvertire i pescatori dell’arrivo di una forte burrasca. In molti dicono che "si sona a campana i Rrisa e megghiu non pigghiari pi fora".
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Le persone più anziane di Ganzirri inoltre, sostengono con ferma convinzione che basterebbe immergersi nei luoghi più profondi dello specchio d’acqua per riuscire a sfiorare le candide pietre che un tempo costituivano le mura di questa Atlantide peloritana.

Ma il racconto non ferma certo qui. I più informati sostengono che la magica città sommersa sarebbe stata abitata da un leggendario personaggio molto legato a Messina: la Fata Morgana, la bellissima incantatrice britannica, nelle notti di luna piena sorgerebbe dalle acque del lago per cercare una storia d’amore e di dolore da raccontare alle sue accolite, che dimorerebbero con lei a Risa.

Anche se si tratta solo di una leggenda, bisogna ammettere che il racconto non ha nulla da invidiare alle più belle fiabe capaci di far sognare ad occhi aperti.

Lettura consigliata. "Alla scoperta della Città di Risa" di Grazia La Fauci con le illustrazioni di Giovanna Chemi, narrata dai suoi abitanti con una dolcezza che ci ricollega alle fiabe d’altri tempi.
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