Le "tre fasi" dei saldi estivi in Sicilia: cosa ci si aspetta nel 2025 (e quando iniziano)
I siciliani sono abituati alla pratica del mercato e a cercare suggestioni nei negozianti di fiducia, sotto casa o nel proprio quartiere. Che cosa dice Confimprese

Lo dice Confimprese Sicilia. Dopo la forte contrazione durante la pandemia, registrano una ripresa trainata dal turismo e dalla cosiddetta "spesa di prossimità", ovvero nei negozi fisici ma restano penalizzati dalla concorrenza con l’e-commerce.
«Il commercio fisico in Sicilia conserva un ruolo essenziale e strategico per l’economia locale – spiega il coordinatore di Confimprese Sicilia Giovanni Felice -. Questo perché l’esperienza dell’acquisto nei negozi su strada è reale e diretto, ogni capo, calzatura o tessile casa si può toccare e provare prima. E poi, si può approfittare dell’esperienza e dei consigli dei titolari e degli addetti alla vendita».
I siciliani poi sono da sempre abituati alla pratica del mercato e a cercare suggestioni nei negozianti di fiducia, sotto casa o nel proprio quartiere. Nel negozio fisico, come nei mercatini, i siciliani possono fidarsi della merce perché hanno a che fare con i negozianti.
«Serve un quadro normativo più equilibrato - continua Felice - per garantire condizioni paritarie, contrastare pratiche sleali e sostenere il tessuto economico dei centri urbani. Ci vogliono regole più eque».
Più nel dettaglio negli ultimi cinque anni, i saldi estivi in Sicilia hanno attraversato tre fasi. Si parte con quella della pandemia (2020–2021) che registra un drastico calo vendite fisiche, forte crescita e-commerce.
Per poi passare a quella della ripresa graduale (2022–2023) caratterizzato da un ritorno dei turisti e spesa più attenta per poi finire con il consolidamento (2024–2025) in cui si distingue un segnale di crescita trainato dal turismo e previsioni di stabilità.
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