"Pazienti morti e cartelle falsificate": medico denuncia il "reparto degli orrori" a Palermo
A "Le Iene" il caso del medico palermitano che denuncia episodi di malasanità che sarebbero avvenuti nel reparto di Chirurgia toracica dell'ospedale Civico

Il medico chirurgo Francesco Caronia
La sua denuncia è stata al centro di un'inchiesta giornalistica di Gaetano Pecoraro de "Le Iene" e andata in onda nella puntata di martedì 6 maggio.
Caronia è intervenuto in trasmissione raccontando, con tanto di registrazioni audio e prove cartacee, quanto avveniva nel suo reparto, sotto gli occhi dei colleghi e del primario.
Il medico per tre anni ha registrato tutto. Una scelta quasi obbligata arrivata alla fine di un lungo percorso iniziato molto prima con ben otto querele presentate in Procura, attraverso le quali Caronia denuncia tutto e tutti, facendo nomi, cognomi e presentando dati, registrazioni e prove.
«Nonostante le otto denunce però non succede nulla», racconta il chirurgo. Così l'unica scelta resta quella di registrare tutto e provare a denunciare direttamente attraverso la stampa, mettendoci la faccia. Cosa che Caronia fa, in prima persona.
Quanto emerge dal racconto e dalle prove raccolte (e mostrate direttamente in tv) non può che suscitare indignazione. Sebbene sia tutto da accertare e verificare in sede processuale, i dialoghi registrati da Caronia sono agghiaccianti.
Il medico segnala circa 276 casi di cartelle cliniche che sarebbero state falsificate per ottenere più rimborsi ma soprattutto casi di pazienti operati «a mio avviso in maniera non corretta - denuncia il medico -, pazienti non operati per i quali magari si è perso tempo e addirittura pazienti introdotti in sala operatoria solo per colmare le sedute operatorie (ossia per non lasciare la sala vuota e inattiva, ndr).
Una condotta che, spiega sempre il medico, sarebbe servita a raggiungere il maggior numero di interventi chirurgici possibili. «Anche a costo di aprire e chiudere i pazienti»: sono queste le parole che avrebbe detto il primario ai medici del reparto.
Parole insopportabili.
«Ho assistito a scelte chirurgiche che hanno determininato il decesso di alcuni pazienti - denuncia ancora il medico coraggio -. Ci sono persone che sono andate sotto i ferri senza motivo. Le ho rappresentate tutte alla Procura».
Tra i casi più eclatanti, quella di una giovane donna di 37 anni, Nadia Costanzo morta dopo un'operazione su cui Caronia esprime dubbi sin dall'inizio. In un audio che riporta un dialogo tra il chirurgo e il primario Damiano Librizzi, Caronia dice: «Te l'avevo detto: "Tu non la devi addormentare. Lo facciamo in locale perchè la paziente muore". M... e muriu. A 37 anni. E siamo fortunati che la famiglia non ci ha denunciati».
Secondo quanto raccontato dal medico, la donna doveva essere sottoposta a una biopsia al collo da fare sotto anestesia locale, «per evitare complicazioni». La paziente invece viene trasferita in sala operatoria e operata in anestesia totale. Le sue condizioni si aggravano e la donna viene trasferita in Rianimazione. «Purtroppo non si risveglierà più».
Dopo la puntata delle "Iene", il medico Caronia, assieme al deputato regionale Ismaele La Vardera, è stato ricevuto dall'assessore regionale alla sanità Daniela Faraoni: «Non era scontato - spiega l'ex Iena La Vardera - Abbiamo riportato i fatti gravissimi denunciati dal medico coraggio che ha deciso di raccontare cosa accade nel suo reparto, al Civico di Palermo».
Le reazioni
«È sconcertante quanto sarebbe avvenuto al Civico di Palermo se dovessero corrispondere al vero le denunce del medico chirurgo Francesco Caronia, al quale va la mia solidarietà, che riguardano, il reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale più grande dell’isola - lo scrive in una nota la deputata di Forza Italia all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo -.
Al di là di quelli che potrebbero essere i profili penali della vicenda, ritengo urgente e necessario che l’assessorato della Salute e il ministero della Salute dispongano un’ispezione al fine di fare pienamente luce su quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità.
Purtroppo la sanità siciliana, che comunque ha delle punte di eccellenza, continua ad essere alla ribalta delle cronache nazionali per vicende negative.
Proprio ieri – aggiunge - la notizia del nuovo aggiornamento delle tabelle dei Livelli essenziali di assistenza pubblicate sul sito del ministero della Salute e che piazzano la Sicilia al penultimo posto. In un contesto dunque già grave si apre quest’altro squarcio preoccupante e la politica non può girarsi dall’altra parte.
Di fronte a denunce come queste i politici e i dirigenti della sanità regionale, sempre presenti quando c’è da inaugurare qualche reparto o strumentazione sanitaria varia, non possono fare finta di niente, anzi hanno il dovere di chiedere scusa e di mettere subito in campo tutte le iniziative necessarie per evitare che accadano fatti del genere.
Si deve avere una diagnosi certa prima di portare i pazienti in sala operatoria, non vorrei – conclude la parlamentare - che quanto si ipotizza al Civico di Palermo sia soltanto la punta di un iceberg, verifiche dell’assessorato per la Salute in tutti gli ospedali siciliani sarebbero certamente utili anche come deterrente».
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