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Conquistate Londra e Roma

  • 17 settembre 2006

Se Aldo, del comico trio, non avesse abbracciato i colori nerazzurri come fede calcistica ed abbandonando i natii rosanero avrebbe esclamato certamente la sua celebre frase comica “Non ci posso credere!” Non svegliateci, per favore, perché anche se si trattasse di un sogno ce lo vogliamo godere sino alla fine: abbiamo espugnato un arcigno West Ham nella sua tana di Londra e bissato il successo all’Olimpico contro la Lazio.

Due vittorie meritate, chiariamo subito, e figlie di atteggiamenti diversi: aggressivo e battagliero il Palermo di Londra quanto chiuso ed ordinato quello di Roma con l’aggravante della stanchezza che si è fatta sentire tra i protagonisti rosa negli ultimi concitati minuti finali. Questa settimana ha suggerito ai fans rosa che il Palermo svagato visto contro la Reggina è un cattivo ricordo. Nei due match e contro avversari più consistenti degli amaranto, con il dovuto rispetto per la squadra dello Stretto, il Palermo è parso tonico fisicamente e pronto ad interpretare con concentrazione ogni istante della partita e secondo i dettami del tecnico Guidolin.

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Londra è stata l’apoteosi, è stata la partita da raccontare ai posteri, il successo di una squadra tecnica e muscolare. Roma è stata la vittoria di Guidolin e di una squadra che ha resistito alle fatiche accumulate appena tre giorni prima in terra britannica.
Capolavoro del tecnico che, ruotando gli elementi a disposizione in maniera saggia, non ha dato un solo sbocco alla manovra laziale bloccando le fasce dove agivano nella parte opposta Oddo a destra e Zauri a sinistra ed allo stesso tempo predisponendo una diga centrale contro il compassato Ledesma ed il combattivo Mundigay. Il modulo 3-5-2 ha funzionato alla perfezione, con Diana largo a destra e Capuano a sinistra, giocatore ancora acerbo e non bene integrato nella manovra rosa, a contenere le possibili sfuriate di Zauri ed Oddo sulle corsie esterne e le ripartenze in fase offensiva sfruttando la velocità del tandem Di Michele-Amauri. Quando poi il balbettante Capuano ha lasciato il posto alla concretezza di Pisano, l’opera ci è sembrata compiuta.

Dire cosa non funziona nel Palermo attuale è francamente difficile. Pensiamo ad una maggiore cattiveria in zona gol, ma potremmo essere smentiti dal numero dei gol messi a segno fin qui che non danno proprio l’idea di una squadra asfittica; potremmo giocare sulla compatibilità di un tandem Caracciolo-Amauri ma rischieremmo di essere smentiti da un tecnico, Guidolin, che è allergico a uomini e moduli fissi e che ama utilizzare gli uomini a disposizione in base alle caratteristiche dell’avversario calandoli in schemi e situazioni di gioco variabili.

Cosa funziona davvero è l’intero impianto costruito con sapienza in estate, impianto composto da uomini affamati di ribalte nazionali ed internazionali o desiderosi di riscatto. Tra i primi collochiamo i vari Pisano, Guana, Parravicini, Cassani, Simplicio e, tra i secondi, Diana e Caracciolo su tutti. Funziona il ritorno di Guidolin, allenatore ideale per una piazza umorale e difficile come quella palermitana ed in grado di cambiare con la sua arguzia tattica l’esito delle partite.

Per le polemiche sarebbe facile scrivere fiumi d’inchiostro sulla “genialata” anglosassone, che tra l’altro non è originale in quanto adottata già lo scorso anno da cechi e ciprioti, di accostare il nome di Palermo a quello della mafia ma, dal momento che la madre dei cretini è sempre incinta, decidiamo di dedicarci a polemiche costruttive quali il caro biglietti della partita di ritorno di Coppa Uefa contro i londinesi assolutamente ingiusto ed ingiustificato. Premesso che il calcio è uno sport popolare e che il costo minimo dei biglietti di 22 euro ci sembra una follia per una famigliola composta da quattro persone che intende assistere ad un bell’incontro di coppa ma che necessariamente dovrà fare i conti con un prezzo da pagare corrispondente alla spesa settimanale , ci domandiamo ancora una volta quale sia la funzione di Sagramola a Palermo.

Il “brizzolato” che parla solo di stadio da realizzare e conti da tenere sotto controllo, ha perso l’ennesima occasione di accaparrarsi le simpatie del popolo palermitano che ritiene che non ci voglia uno scienziato per capire che a questi prezzi non ci saranno più di 3000-5000 paganti. La beffa finale potrebbe essere l’incasso proveniente dalla vendita della diretta tv dell’evento e si rischierebbe di vedere più tifosi inglesi che palermitani assiepati sugli spalti del Barbera.

Ed allora, caro Sagramola, mettiamola così: 200 mila euro li incassi dalla tv e, con prezzi popolari che vanno dai 10 ai 30 euro per settore, incassi altri 400 mila euro con un totale di 600 mila euro. In questo modo avrai sempre i 200 mila euro della tv e 100 mila euro d’incasso allo stadio. Ma il danno rilevante è che quella che dovrebbe essere una festa di colori e passioni si vivrà in maniera virtuale con l’aggravante di introiti minori. Zamparini, accortosi della stoltezza dell’intera operazione, ha provato la carta “scommessa” che vale solo per chi acquisterà un biglietto di curva. E gli altri settori? E gli abbonati di altri settori che hanno già versato fior di quattrini per l’abbonamento e che di fatto sono esclusi dalla “scommessa”? Un giochino perverso e poco chiaro, un'ulteriore prova che non sempre i manager servono a qualcosa di concreto.

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