Gira il mondo, parla sette lingue e sceglie la Sicilia: le mille vite della "prof del web"
Traduttrice e interprete, professoressa di liceo e divulgatrice sul web, Rossella Occhipinti ha attraversato Paesi e culture restando sempre fedele a se stessa. La sua storia
Rossella Occhipinti
Rossella Occhipinti non ha mai avuto un piano B. Ha sempre avuto, piuttosto, una direzione chiara e la determinazione necessaria per seguirla, anche quando significava partire da sola, studiare all’estero, lavorare di notte e ricominciare ogni volta da capo.
Ha girato il mondo, ha vissuto tra Europa e continenti lontani, ha lavorato sulle navi (tra cui la tristemente nota Costa Concordia), insegnato, studiato. Eppure, a un certo punto, la traduttrice siciliana ha sentito il bisogno di tornare. «Dopo il giro del mondo ho detto "adesso voglio creare qualcosa sulla terraferma, voglio stare accanto alla mia famiglia"», racconta.
Nata e cresciuta a Mazara del Vallo, Rossella parla sette lingue, persino il portoghese e il romeno, è una traduttrice e interprete medico-legale, docente negli istituti pubblici e divulgatrice seguitissima sui social. Nei suoi video smonta la grammatica rigida per restituire alle lingue la loro dimensione viva, concreta.
Quella della trentottenne siciliana è stata un’infanzia semplice, vissuta all’aperto, tra il mare e la campagna, che ha lasciato un segno profondo nel suo modo di stare al mondo. «Vengo da una famiglia molto umile - racconta -. Ero una ragazzina che giocava per strada con gli altri bambini, mi arrampicavo sui muri, mi sbucciavo le ginocchia, giocavo con la terra».
Rossella si descrive come una bambina "spericolata", curiosa, sempre in movimento. Una predisposizione che, col tempo, ha trovato una direzione precisa. Le lingue arrivano presto, quasi naturalmente, e diventano subito una necessità più che una materia scolastica. «Quando camminavo avevo sempre questo mini dizionarietto di inglese, era il mio tesoro. Lo portavo ovunque - ricorda -. Ogni volta che sentivo una parola dicevo "Chissà come si dice in inglese". Aprivo il dizionario, la cercavo e la memorizzavo».
Fondamentale, in questo percorso iniziale, è anche l’influenza familiare. Il padre bilingue le trasmette l’attenzione per la pronuncia e per i suoni. Non senza difficoltà. «Da bambina piangevo perché non riuscivo a fare la "r" francese - confessa -. Mi innervosivo con me stessa, perché mi aspettavo di imparare subito». Ma quella frustrazione diventa presto determinazione, e oggi Rossella riconosce in quelle prime fatiche una delle basi della sua competenza linguistica.
L’inglese, però, resta il primo grande amore. «È stata la mia prima passione», dice senza esitazioni. Una passione alimentata anche dalla musica, in anni in cui Internet non offriva scorciatoie. «Ascoltavo le canzoni con le videocassette, stoppavo ogni tre secondi e scrivevo i testi come li sentivo. Poi i miei compagni mi chiedevano: "Mi passi il testo della canzone?"».
Già allora, senza saperlo, Rossella stava costruendo il suo metodo, fatto di ascolto, immersione, lingua viva. Un approccio che non ha più abbandonato e che oggi si ritrova tanto nelle sue lezioni a scuola quanto nei contenuti che la rendono riconoscibile e seguita sui social.
Lasciare la Sicilia a diciotto anni non è stato un gesto impulsivo, ma il primo passo di un progetto chiaro. Rossella parte per l’università a Milano, poi prosegue il suo percorso fuori dall’Italia, costruendo una formazione solida e internazionale. «Ho preso una doppia laurea triennale in Francia, poi la specialistica a Londra», racconta con naturalezza.
«Avevo 21 anni, ero da sola, senza casa, con le valigie. Dovevo cercare un posto dove vivere, iniziare l’università e lavorare», ricorda. Per mantenersi studia e lavora contemporaneamente, spesso senza tregua. «Facevo la notte in hotel e la mattina andavo in università».
Dopo gli studi, il lavoro porta Rossella lontano dalla terraferma. Per otto anni naviga sulle navi da crociera, un’esperienza che segna profondamente la sua vita professionale e personale. A bordo ricopre ruoli diversi: ufficiale, manager della formazione dell’equipaggio, insegnante di inglese per comandanti, ufficiali e sottufficiali.
Ma il lavoro sulle navi è anche un’immersione continua nelle culture del mondo. «Un giorno sei in Cina, un giorno in Giappone, un giorno in Australia», dice. Un viaggio incessante che diventa confronto, crescita. «Quando viaggi ti accorgi che l’essere umano è molto più buono di quanto pensi», spiega.
Nel 2019, dopo il giro del mondo, arriva una decisione netta. «Volevo conservare qualcosa a terra, stare accanto alla mia famiglia». Dopo anni in cui passava anche nove mesi lontano da casa, saltando intere stagioni, il bisogno di radicamento diventa centrale.
Il viaggio, però, non scompare mai del tutto. Continua sotto altre forme, come il volontariato in Vietnam e in Tanzania e l'insegnamento in scuole diverse. Un lavoro che vive con coinvolgimento totale, emotivo prima ancora che professionale. «La notte a volte sogno i miei studenti - confessa -. Cerco di capire quale metodologia usare per ognuno di loro». Per Rossella non esiste un metodo universale. «Ognuno impara in modo diverso, chi scrivendo, chi ascoltando, chi parlando. Io li guardo tutti. Se qualcuno è distratto me ne accorgo subito. Non voglio che nessuno si perda nulla».
Un impegno che spesso viene restituito con gesti semplici ma profondi. «Una classe mi ha lasciato una lettera - racconta Rossella - con il testo della canzone "Shallow" di Lady Gaga. Io quella lettera ce l’ho ancora nel cassetto».
Tornare a Mazara del Vallo, dopo anni di vita all’estero e in viaggio, non ha significato fermarsi. «Oggi sono in Sicilia - spiega Rossella - ma continuo a lavorare in modo internazionale». La sua quotidianità, infatti, resta fatta di lingue, progetti, studio, nuovi obiettivi. E anche di piccoli piaceri irrinunciabili. «Io adoro la ricotta, anche se sono intollerante al lattosio», dice sorridendo.
Del naufragio della Costa Concordia Rossella parla poco. «È stato un trauma, nel vero senso della parola - dice -. Avevo 23 anni ed ero al mio primo contratto a bordo. Mi avevano cambiato nave più volte. Alla fine sono finita lì. Era destino».
«Non ho mai lucrato su questa esperienza - tiene a precisare mentre il pensiero va a chi non ce l’ha fatta -. Non dimenticherò mai Giuseppe Girolamo, era una persona buonissima. Un eroe. A bordo giocavamo sempre insieme a biliardino».
«In quei momenti - confessa Rossella - non ho avuto paura di morire. L’unica cosa che mi spaventava era il dolore che avrei lasciato ai miei cari». Anche da quel trauma, Rossella è andata avanti in silenzio, come ha sempre fatto, affidandosi alle proprie forze.
Guardando al suo percorso, la traduttrice siciliana non parla di traguardi, ma di allineamento. «Non sono mai la stessa persona, ma sono sempre me stessa», dice. Una frase che sintetizza un percorso fatto di cambiamenti continui, attraversamenti, ritorni, senza mai tradire ciò che la muove davvero.
C’è un’altra citazione a cui Rossella è particolarmente legata, una frase di Charlie Chaplin che sente sua: «"Per essere felici bisogna pensare di essere sempre al posto giusto e al momento giusto". È così che guardo alla mia vita oggi, con gratitudine e consapevolezza».
Tra lingue, partenze e ritorni, Rossella ha imparato che l’unico luogo in cui vale davvero la pena restare è quello che somiglia a se stessi.
Ha girato il mondo, ha vissuto tra Europa e continenti lontani, ha lavorato sulle navi (tra cui la tristemente nota Costa Concordia), insegnato, studiato. Eppure, a un certo punto, la traduttrice siciliana ha sentito il bisogno di tornare. «Dopo il giro del mondo ho detto "adesso voglio creare qualcosa sulla terraferma, voglio stare accanto alla mia famiglia"», racconta.
Nata e cresciuta a Mazara del Vallo, Rossella parla sette lingue, persino il portoghese e il romeno, è una traduttrice e interprete medico-legale, docente negli istituti pubblici e divulgatrice seguitissima sui social. Nei suoi video smonta la grammatica rigida per restituire alle lingue la loro dimensione viva, concreta.
Quella della trentottenne siciliana è stata un’infanzia semplice, vissuta all’aperto, tra il mare e la campagna, che ha lasciato un segno profondo nel suo modo di stare al mondo. «Vengo da una famiglia molto umile - racconta -. Ero una ragazzina che giocava per strada con gli altri bambini, mi arrampicavo sui muri, mi sbucciavo le ginocchia, giocavo con la terra».
Rossella si descrive come una bambina "spericolata", curiosa, sempre in movimento. Una predisposizione che, col tempo, ha trovato una direzione precisa. Le lingue arrivano presto, quasi naturalmente, e diventano subito una necessità più che una materia scolastica. «Quando camminavo avevo sempre questo mini dizionarietto di inglese, era il mio tesoro. Lo portavo ovunque - ricorda -. Ogni volta che sentivo una parola dicevo "Chissà come si dice in inglese". Aprivo il dizionario, la cercavo e la memorizzavo».
Fondamentale, in questo percorso iniziale, è anche l’influenza familiare. Il padre bilingue le trasmette l’attenzione per la pronuncia e per i suoni. Non senza difficoltà. «Da bambina piangevo perché non riuscivo a fare la "r" francese - confessa -. Mi innervosivo con me stessa, perché mi aspettavo di imparare subito». Ma quella frustrazione diventa presto determinazione, e oggi Rossella riconosce in quelle prime fatiche una delle basi della sua competenza linguistica.
L’inglese, però, resta il primo grande amore. «È stata la mia prima passione», dice senza esitazioni. Una passione alimentata anche dalla musica, in anni in cui Internet non offriva scorciatoie. «Ascoltavo le canzoni con le videocassette, stoppavo ogni tre secondi e scrivevo i testi come li sentivo. Poi i miei compagni mi chiedevano: "Mi passi il testo della canzone?"».
Già allora, senza saperlo, Rossella stava costruendo il suo metodo, fatto di ascolto, immersione, lingua viva. Un approccio che non ha più abbandonato e che oggi si ritrova tanto nelle sue lezioni a scuola quanto nei contenuti che la rendono riconoscibile e seguita sui social.
Lasciare la Sicilia a diciotto anni non è stato un gesto impulsivo, ma il primo passo di un progetto chiaro. Rossella parte per l’università a Milano, poi prosegue il suo percorso fuori dall’Italia, costruendo una formazione solida e internazionale. «Ho preso una doppia laurea triennale in Francia, poi la specialistica a Londra», racconta con naturalezza.
«Avevo 21 anni, ero da sola, senza casa, con le valigie. Dovevo cercare un posto dove vivere, iniziare l’università e lavorare», ricorda. Per mantenersi studia e lavora contemporaneamente, spesso senza tregua. «Facevo la notte in hotel e la mattina andavo in università».
Dopo gli studi, il lavoro porta Rossella lontano dalla terraferma. Per otto anni naviga sulle navi da crociera, un’esperienza che segna profondamente la sua vita professionale e personale. A bordo ricopre ruoli diversi: ufficiale, manager della formazione dell’equipaggio, insegnante di inglese per comandanti, ufficiali e sottufficiali.
Ma il lavoro sulle navi è anche un’immersione continua nelle culture del mondo. «Un giorno sei in Cina, un giorno in Giappone, un giorno in Australia», dice. Un viaggio incessante che diventa confronto, crescita. «Quando viaggi ti accorgi che l’essere umano è molto più buono di quanto pensi», spiega.
Nel 2019, dopo il giro del mondo, arriva una decisione netta. «Volevo conservare qualcosa a terra, stare accanto alla mia famiglia». Dopo anni in cui passava anche nove mesi lontano da casa, saltando intere stagioni, il bisogno di radicamento diventa centrale.
Il viaggio, però, non scompare mai del tutto. Continua sotto altre forme, come il volontariato in Vietnam e in Tanzania e l'insegnamento in scuole diverse. Un lavoro che vive con coinvolgimento totale, emotivo prima ancora che professionale. «La notte a volte sogno i miei studenti - confessa -. Cerco di capire quale metodologia usare per ognuno di loro». Per Rossella non esiste un metodo universale. «Ognuno impara in modo diverso, chi scrivendo, chi ascoltando, chi parlando. Io li guardo tutti. Se qualcuno è distratto me ne accorgo subito. Non voglio che nessuno si perda nulla».
Un impegno che spesso viene restituito con gesti semplici ma profondi. «Una classe mi ha lasciato una lettera - racconta Rossella - con il testo della canzone "Shallow" di Lady Gaga. Io quella lettera ce l’ho ancora nel cassetto».
Tornare a Mazara del Vallo, dopo anni di vita all’estero e in viaggio, non ha significato fermarsi. «Oggi sono in Sicilia - spiega Rossella - ma continuo a lavorare in modo internazionale». La sua quotidianità, infatti, resta fatta di lingue, progetti, studio, nuovi obiettivi. E anche di piccoli piaceri irrinunciabili. «Io adoro la ricotta, anche se sono intollerante al lattosio», dice sorridendo.
Del naufragio della Costa Concordia Rossella parla poco. «È stato un trauma, nel vero senso della parola - dice -. Avevo 23 anni ed ero al mio primo contratto a bordo. Mi avevano cambiato nave più volte. Alla fine sono finita lì. Era destino».
«Non ho mai lucrato su questa esperienza - tiene a precisare mentre il pensiero va a chi non ce l’ha fatta -. Non dimenticherò mai Giuseppe Girolamo, era una persona buonissima. Un eroe. A bordo giocavamo sempre insieme a biliardino».
«In quei momenti - confessa Rossella - non ho avuto paura di morire. L’unica cosa che mi spaventava era il dolore che avrei lasciato ai miei cari». Anche da quel trauma, Rossella è andata avanti in silenzio, come ha sempre fatto, affidandosi alle proprie forze.
Guardando al suo percorso, la traduttrice siciliana non parla di traguardi, ma di allineamento. «Non sono mai la stessa persona, ma sono sempre me stessa», dice. Una frase che sintetizza un percorso fatto di cambiamenti continui, attraversamenti, ritorni, senza mai tradire ciò che la muove davvero.
C’è un’altra citazione a cui Rossella è particolarmente legata, una frase di Charlie Chaplin che sente sua: «"Per essere felici bisogna pensare di essere sempre al posto giusto e al momento giusto". È così che guardo alla mia vita oggi, con gratitudine e consapevolezza».
Tra lingue, partenze e ritorni, Rossella ha imparato che l’unico luogo in cui vale davvero la pena restare è quello che somiglia a se stessi.
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