Zone rosse e più agenti: cosa sappiamo del "piano straordinario" per Palermo
A confermare "misure straordinarie per l'emergenza sicurezza" è Carolina Varchi. Rispunta l'ipotesi delle zone rosse: ecco cosa sono e a che servono
Controlli della polizia ai Quattro Canti di Palermo
Un incontro "urgente" richiesto dal primo cittadino e dal governatore a seguito dell'omicidio di Paolo Taormina per chiedere al governo l'invio di un maggior numero di forze dell'ordine.
A confermare l'intenzione di Piantedosi di definire un "piano straordinario" per la città è Carolina Varchi (Fratelli d'Italia), segretario di presidenza della Camera dei Deputati: «Ho ricevuto rassicurazioni dal Viminale sull’impegno ad adottare misure e azioni straordinarie per affrontare l’emergenza sicurezza che, dopo l’ennesimo tragico omicidio di un giovane di 20 anni, sta sconvolgendo Palermo - ha dichiarato -.
Ringrazio il ministro Piantedosi e il sottosegretario Wanda Ferro per la tempestiva disponibilità e per l’attenzione ancora una volta dimostrata verso la nostra città. Serve un segnale forte e immediato: lo Stato deve far sentire la propria presenza per garantire ai cittadini la sicurezza che meritano. Nessuno deve pensare che la violenza o la sopraffazione possano trovare spazio nella nostra comunità».
«La sicurezza è una priorità assoluta - ha concluso -, e come Fratelli d’Italia continueremo a chiedere con forza azioni concrete e risposte tempestive».
Tra le misure in campo ci sarebbe l'istituzione delle cosiddette "zone rosse" (che non sono quelle dei tempi della pandemia da Covid), di cui si era già parlato nei mesi scorsi. Uno strumento che proprio Piantedosi aveva suggerito già ad agosto, durante il vertice del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto in prefettura a Palermo.
Definite anche "recinti urbani", si tratta di misure già adottate in altre città d'Italia, in particolare al Nord, con specifiche ordinanze comunali con cui si individuano aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento.
I provvedimenti furono adottati per la prima volta l'anno scorso a Firenze e Bologna dove in 3 mesi furono emessi 105 provvedimenti di allontanamento su 14mila persone controllate. In seguito la misura fu estesa anche ad altre città, come Torino e Milano.
Il 17 dicembre del 2024, il ministero dell'Interno inviò ai prefetti una direttiva con cui chiedeva di individuare zone della città ritenute problematiche in termini di sicurezza, aree urbane dove garantire la tutela della sicurezza e la piena fruibilità degli spazi pubblici da parte dei cittadini.
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