"Basta morti senza senso": Palermo è a lutto, oggi nuova marcia per Paolo
L'ennesima tragedia: Paolo Taormina, 21 anni, ucciso mentre sedava una rissa. In duemila hanno partecipato a una fiaccolata per dire "stop alla violenza"
Foto di Maria Grazia Lo Cricchio
Palermo è a lutto. È a lutto perché è morto un suo "figlio" di 21 anni, Paolo Taormina, ucciso mentre cercava di sedare una rissa davanti al suo locale, la notte fra sabato 11 e domenica 12 ottobre. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino per il giorno delle esequie. Ma la città è già a lutto perché l'ondata di violenza che l'ha travolta è arrivata all'apice. Non si può più sopportare, non si può più aspettare.
L'ultima tragedia, un altro weekend di "sangue". Una notte di follia che ha visto morire un ragazzo di soli 21 anni, Paolo Taormina, ucciso davanti al suo locale "O Scruscio", all'Olivella, zona Champagneria, uno dei luoghi della movida più frequentati dai giovani. Paolo era intervenuto per salvare un ragazzo da un pestaggio di gruppo. A sparargli sarebbe stato Gaetano Maranzano, 28 anni dello Zen, fermato dalle forze dell'ordine avrebbe poi confessato di aver sparato.
Un'escalation di violenza che sembra non arrestarsi. Dalla strage di Monreale, dove sono stati uccisi tre ragazzi, alla sparatoria avvenuta a Sferracavallo in occasione della festa patronale dei Santi Cosma e Damiano, che ha causato il panico generale e dove è rimasta ferita anche una donna incinta. E chi frequenta i luoghi della movida sa che non c'è sabato sera in cui non si assista a una rissa.
Perché tutta questa violenza?
Palermo dice basta. Ieri sera, domenica 12 ottobre, in duemila sono scesi in piazza per dire "Basta a queste morti senza senso". Un lungo corteo di cittadini, mobilitati da alcuni post e video sui social comparsi dopo l'omicidio di Paolo, ha sfilato dal Politeama al Massimo, passando da via Spinuzza, davanti al locale del giovane ucciso.
Migliaia di persone che hanno gridato il loro "stop" a questa violenza incontrollabile e incontrollata. In testa al corteo la mamma di Paolo, Fabiola Galioto, e la sorella Sofia, assieme a familiari e amici del ragazzo. Uno striscione con le foto di Aldo Naro (ucciso in discoteca nel 2015) e dei tre ragazzi uccisi a Monreale, Massimo Pirozzo, Andrea Miceli e Salvatore Turdo. Tutte vittime di una violenza "senza senso". Sotto la scritta: «Stop alla violenza, basta morti senza senso».
Presente all'inizio della fiaccolata anche il sindaco di Palermo, che ha dato notizia di aver chiesto l'invio di più forze dell'ordine al ministero dell'Interno e risposto alle contestazioni: «Io posso anche andare a casa tranquillamente - ha risposto Lagalla - Ma non senza prima aver difeso questa città».
Oggi, lunedì 13 ottobre, Palermo scende di nuovo in piazza per una manifestazione indetta dai sindacati. Una "marcia silenziosa per fare rumore": è questo lo slogan dell'iniziativa di Cgil, Cisl, Uil e Acli Palermo, per dire "basta alla violenza cittadina e al degrado sociale che sta soffocando la città ormai allo sbando”.
La marcia parte alle ore 20.30 da piazza Verdi per giungere fino alla Prefettura in via Cavour. «Facciamo appello ai cittadini onesti, che amano la propria città e che sperano in un futuro diverso per i nostri giovani, affinché partecipino - affermano i segretari generali Cgil e Cisl Palermo Mario Ridulfo e Federica Badami con il segretario regionale Uil Sicilia e Area Vasta Ignazio Baudo e il presidente Acli Palermo Francesco Todaro -, perché è giunto il momento di reagire concretamente e insieme. Servono azioni immediate per l'ordine pubblico, il disagio e le fragilità sociali, per la sicurezza dei cittadini, prevenzione e controllo. Regna il caos che si insinua nelle assenze come quella delle istituzioni, dei punti di riferimento, della coscienza civile e del rispetto per la vita».
Il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, ha annunciato di voler convocare la commissione allo Zen, quartiere in cui vive Maranzano, fermato per l'omicidio del giovane Paolo. Un filone che collega la tragedia di via Spinuzza con quella di Monreale, anche in questo caso a sparare sono stati giovani armati dello Zen.
«A Palermo si continua a sparare e a uccidere, dobbiamo fermare questa mattanza - ha detto Cracolici -. Troppe armi girano tra giovani e giovanissimi. Convocherò la commissione Antimafia allo Zen, il quartiere deve reagire. Non si può restare silenti. Chiameremo quanti potranno dare una mano a far cambiare questo quartiere».
«La morte di Paolo Taormina è una tragedia che ci interroga profondamente. Non bastano più parole di circostanza o misure emergenziali. È tempo di costruire un patto educativo forte e duraturo tra scuola, famiglie, società civile e cooperazione». Lo dicono in una dichiarazione congiunta il presidente di Legacoop Sicilia Filippo Parrino e il responsabile Legalità e Beni Confiscati, Francesco Citarda.
«La nostra società - proseguono - rischia di andare in frantumi sotto il peso di una violenza che si ripete, a Palermo come a Monreale, senza tregua. Da cooperatori, crediamo nella responsabilità condivisa. Ognuno deve fare la propria parte, con gli strumenti che ha a disposizione. Non solo deterrenza, ma prevenzione, ascolto, formazione. Paolo ha perso la vita per difendere un altro ragazzo. Il suo gesto ci obbliga a non voltare lo sguardo. È tempo di agire, insieme».
«Mi chiedo cos’altro debba accadere perché il Prefetto di Palermo intervenga - dichiara Sonia Alfano di Azione, partito di Carlo Calenda -. Ogni giorno la città è teatro di vere e proprie scene di guerriglia urbana. Non si può più parlare di regolamenti di conti tra clan: oggi nessuno è più al sicuro. Quella di Paolo è solo l’ultima tragedia in una lunga lista di vittime innocenti - prosegue Alfano -. È inaccettabile assistere a questa escalation senza che si muova foglia».
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 16.30 - CAMERA ARDENTE AL PALAORETO
Il sindaco Roberto Lagalla ha disposto l’interruzione, a partire da domani (martedì 14), di tutte le attività all’interno del PalaOreto di via Santa Maria di Gesù. L'impianto sarà messo a disposizione per l’allestimento della camera ardente di Paolo Taormina. L'Amministrazione comunale, attraverso l'assessore allo Sport Alessandro Anello, si occuperà del coordinamento dell'allestimento sulla base delle tempistiche dettate dall’Autorità giudiziaria.
L'ultima tragedia, un altro weekend di "sangue". Una notte di follia che ha visto morire un ragazzo di soli 21 anni, Paolo Taormina, ucciso davanti al suo locale "O Scruscio", all'Olivella, zona Champagneria, uno dei luoghi della movida più frequentati dai giovani. Paolo era intervenuto per salvare un ragazzo da un pestaggio di gruppo. A sparargli sarebbe stato Gaetano Maranzano, 28 anni dello Zen, fermato dalle forze dell'ordine avrebbe poi confessato di aver sparato.
Un'escalation di violenza che sembra non arrestarsi. Dalla strage di Monreale, dove sono stati uccisi tre ragazzi, alla sparatoria avvenuta a Sferracavallo in occasione della festa patronale dei Santi Cosma e Damiano, che ha causato il panico generale e dove è rimasta ferita anche una donna incinta. E chi frequenta i luoghi della movida sa che non c'è sabato sera in cui non si assista a una rissa.
Perché tutta questa violenza?
Palermo dice basta. Ieri sera, domenica 12 ottobre, in duemila sono scesi in piazza per dire "Basta a queste morti senza senso". Un lungo corteo di cittadini, mobilitati da alcuni post e video sui social comparsi dopo l'omicidio di Paolo, ha sfilato dal Politeama al Massimo, passando da via Spinuzza, davanti al locale del giovane ucciso.
Migliaia di persone che hanno gridato il loro "stop" a questa violenza incontrollabile e incontrollata. In testa al corteo la mamma di Paolo, Fabiola Galioto, e la sorella Sofia, assieme a familiari e amici del ragazzo. Uno striscione con le foto di Aldo Naro (ucciso in discoteca nel 2015) e dei tre ragazzi uccisi a Monreale, Massimo Pirozzo, Andrea Miceli e Salvatore Turdo. Tutte vittime di una violenza "senza senso". Sotto la scritta: «Stop alla violenza, basta morti senza senso».
Presente all'inizio della fiaccolata anche il sindaco di Palermo, che ha dato notizia di aver chiesto l'invio di più forze dell'ordine al ministero dell'Interno e risposto alle contestazioni: «Io posso anche andare a casa tranquillamente - ha risposto Lagalla - Ma non senza prima aver difeso questa città».
Oggi, lunedì 13 ottobre, Palermo scende di nuovo in piazza per una manifestazione indetta dai sindacati. Una "marcia silenziosa per fare rumore": è questo lo slogan dell'iniziativa di Cgil, Cisl, Uil e Acli Palermo, per dire "basta alla violenza cittadina e al degrado sociale che sta soffocando la città ormai allo sbando”.
La marcia parte alle ore 20.30 da piazza Verdi per giungere fino alla Prefettura in via Cavour. «Facciamo appello ai cittadini onesti, che amano la propria città e che sperano in un futuro diverso per i nostri giovani, affinché partecipino - affermano i segretari generali Cgil e Cisl Palermo Mario Ridulfo e Federica Badami con il segretario regionale Uil Sicilia e Area Vasta Ignazio Baudo e il presidente Acli Palermo Francesco Todaro -, perché è giunto il momento di reagire concretamente e insieme. Servono azioni immediate per l'ordine pubblico, il disagio e le fragilità sociali, per la sicurezza dei cittadini, prevenzione e controllo. Regna il caos che si insinua nelle assenze come quella delle istituzioni, dei punti di riferimento, della coscienza civile e del rispetto per la vita».
Il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, ha annunciato di voler convocare la commissione allo Zen, quartiere in cui vive Maranzano, fermato per l'omicidio del giovane Paolo. Un filone che collega la tragedia di via Spinuzza con quella di Monreale, anche in questo caso a sparare sono stati giovani armati dello Zen.
«A Palermo si continua a sparare e a uccidere, dobbiamo fermare questa mattanza - ha detto Cracolici -. Troppe armi girano tra giovani e giovanissimi. Convocherò la commissione Antimafia allo Zen, il quartiere deve reagire. Non si può restare silenti. Chiameremo quanti potranno dare una mano a far cambiare questo quartiere».
«La morte di Paolo Taormina è una tragedia che ci interroga profondamente. Non bastano più parole di circostanza o misure emergenziali. È tempo di costruire un patto educativo forte e duraturo tra scuola, famiglie, società civile e cooperazione». Lo dicono in una dichiarazione congiunta il presidente di Legacoop Sicilia Filippo Parrino e il responsabile Legalità e Beni Confiscati, Francesco Citarda.
«La nostra società - proseguono - rischia di andare in frantumi sotto il peso di una violenza che si ripete, a Palermo come a Monreale, senza tregua. Da cooperatori, crediamo nella responsabilità condivisa. Ognuno deve fare la propria parte, con gli strumenti che ha a disposizione. Non solo deterrenza, ma prevenzione, ascolto, formazione. Paolo ha perso la vita per difendere un altro ragazzo. Il suo gesto ci obbliga a non voltare lo sguardo. È tempo di agire, insieme».
«Mi chiedo cos’altro debba accadere perché il Prefetto di Palermo intervenga - dichiara Sonia Alfano di Azione, partito di Carlo Calenda -. Ogni giorno la città è teatro di vere e proprie scene di guerriglia urbana. Non si può più parlare di regolamenti di conti tra clan: oggi nessuno è più al sicuro. Quella di Paolo è solo l’ultima tragedia in una lunga lista di vittime innocenti - prosegue Alfano -. È inaccettabile assistere a questa escalation senza che si muova foglia».
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 16.30 - CAMERA ARDENTE AL PALAORETO
Il sindaco Roberto Lagalla ha disposto l’interruzione, a partire da domani (martedì 14), di tutte le attività all’interno del PalaOreto di via Santa Maria di Gesù. L'impianto sarà messo a disposizione per l’allestimento della camera ardente di Paolo Taormina. L'Amministrazione comunale, attraverso l'assessore allo Sport Alessandro Anello, si occuperà del coordinamento dell'allestimento sulla base delle tempistiche dettate dall’Autorità giudiziaria.
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