RICETTE
Non è una medicina ma se la mangi ti senti bene: come fare la "pasta ca' pastigghia"
In Sicilia si prepara sui Nebrodi ed è una ricetta antichissima che rinfranca corpo e anima, specialmente in autunno. Un ingrediente inaspettato che vale l'attesa

La pasta "ca pastigghia"
Un riccio spinoso all’esterno che incute timore, ma al suo interno nasconde uno o più semi prelibati e dolci. Ippocrate le chiamava "noci piatte", Teofrasto "ghiande di Giove"; a Roma era il dono dei giovani innamorati alle donne amate. Per tutti, oggi, sono le castagne. Castagni o nuciddari in siciliano rappresentano il momento clou dell’autunno. Infatti, non è stagione se almeno in un angolo di strada non compare un venditore di caldarroste.
Ma oggi ci allontaniamo “dall’inflazionata” caldarrosta per una ricetta tipica dei Nebrodi: la "pasta ca pastigghia". Un nome all’apparenza insolito o che richiama un prodotto farmaceutico e che, in realtà, come riporta il vocabolario siciliano dell’abate Michele Pasqualino da Palermo indica una porzione di pasta molto piccola, o appunto le castagne spogliate del guscio ed essiccate. Ingrediente imprescindibile per questa antica ricetta popolare, simile a una zuppa, che ingloba due aspetti: flessibilità e attesa.
Il primo, più gradevole, riguarda la tipologia di pasta da usare. Non ci sono schemi rigidi, perché il formato da utilizzare può variare: dalla pasta corta, alle lasagne a pezzetti o le tagliatelle. Il secondo aspetto, invece, più “fastidioso” è il tempo di ammollo delle castagne: una notte. Ma non scoraggiatevi!
Il risultato finale di questo primo vale l’attesa.
Ingredienti per 4 persone
300 gr di castagne secche
1 foglia di alloro
1 mazzetto di finocchietto selvatico
1 cipolla
olio extravergine d’oliva q.b
250 gr di pasta corta
Pecorino o parmigiano grattugiato sale q.b
Preparazione
Come accennato, eccoci alla parte fatta di tanta pazienza: sistemare le castagne in acqua fredda per tutta la notte, come se fossero legumi, così da favorire successivamente la pulizia della pellicina e rendere più veloce la cottura. Una volta ripulite metterle in un tegame con la cipolla tritata finemente, il finocchietto sminuzzato e abbondante acqua fredda. Mettere sul fuoco e far cuocere fino a quando le castagne non iniziano a disfarsi. Aggiungere così il sale e la pasta corta a scelta.
A cottura ultimata aggiungere l’olio extravergine d’oliva e servire con pecorino o parmigiano grattugiato. E ora amici, come dice un vecchio detto, ca v’avemu ratu la castagna, vi ramu'u sucu di la vigna. Abbinamenti In questo caso, un vino rosso giovane e leggero o più strutturato come un Nero d’Avola o un Nerello Mascalese saranno perfetti per esaltare sapidità e dolcezza di questo piatto della tradizione che ricorda a molti siciliani le trasferte dai nonni. Ricordi e profumi che prima ancora di accarezzare il palato attraversano la memoria.
Ma oggi ci allontaniamo “dall’inflazionata” caldarrosta per una ricetta tipica dei Nebrodi: la "pasta ca pastigghia". Un nome all’apparenza insolito o che richiama un prodotto farmaceutico e che, in realtà, come riporta il vocabolario siciliano dell’abate Michele Pasqualino da Palermo indica una porzione di pasta molto piccola, o appunto le castagne spogliate del guscio ed essiccate. Ingrediente imprescindibile per questa antica ricetta popolare, simile a una zuppa, che ingloba due aspetti: flessibilità e attesa.
Il primo, più gradevole, riguarda la tipologia di pasta da usare. Non ci sono schemi rigidi, perché il formato da utilizzare può variare: dalla pasta corta, alle lasagne a pezzetti o le tagliatelle. Il secondo aspetto, invece, più “fastidioso” è il tempo di ammollo delle castagne: una notte. Ma non scoraggiatevi!
Il risultato finale di questo primo vale l’attesa.
Ingredienti per 4 persone
300 gr di castagne secche
1 foglia di alloro
1 mazzetto di finocchietto selvatico
1 cipolla
olio extravergine d’oliva q.b
250 gr di pasta corta
Pecorino o parmigiano grattugiato sale q.b
Preparazione
Come accennato, eccoci alla parte fatta di tanta pazienza: sistemare le castagne in acqua fredda per tutta la notte, come se fossero legumi, così da favorire successivamente la pulizia della pellicina e rendere più veloce la cottura. Una volta ripulite metterle in un tegame con la cipolla tritata finemente, il finocchietto sminuzzato e abbondante acqua fredda. Mettere sul fuoco e far cuocere fino a quando le castagne non iniziano a disfarsi. Aggiungere così il sale e la pasta corta a scelta.
A cottura ultimata aggiungere l’olio extravergine d’oliva e servire con pecorino o parmigiano grattugiato. E ora amici, come dice un vecchio detto, ca v’avemu ratu la castagna, vi ramu'u sucu di la vigna. Abbinamenti In questo caso, un vino rosso giovane e leggero o più strutturato come un Nero d’Avola o un Nerello Mascalese saranno perfetti per esaltare sapidità e dolcezza di questo piatto della tradizione che ricorda a molti siciliani le trasferte dai nonni. Ricordi e profumi che prima ancora di accarezzare il palato attraversano la memoria.
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