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Fra arte e multimedialità: Noto Antica rivive con "Efian"

Noto Antica rivive con "Efian", un progetto grazie a cui con un occhialino di ultima generazione si potrà rivivere la storia della cittadina prima del terremoto del 1693

  • 2 novembre 2016

Un tuffo nel passato dell'arte barocca di Noto, piccolo gioiello nel cuore della Sicilia, arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro. Da oggi tutto questo è possibile, grazie a "Efian", un progetto finanziato dal Miur, che vede coinvolti partner pubblici e privati.

Con dreamview, un occhialino di ultima generazione, sarà possibile rivivere la storia della cittadina, andando indietro nel tempo per oltre tre secoli e ritornando sul monte Alveria, tra le mura e le strade della Noto di un tempo, prima della distruzione provocata dal terremoto dell'11 gennaio 1693.

Con "Efian" arriva un nuovo modo di visitare il sito archeologico di Noto Antica: grazie alla tecnologia, il turista potrà rivedere la chiesa Madre e piazza Maggiore, scorgere l'interno della cappella di San Michele e delle chiese del Carmine e dei Gesuiti.

Chiamata anticamente Neas dai siculi, Neaton dai greci e Netum dai romani, furono gli arabi a dare a Noto il suo nome definitivo: il termine, che in arabo ha lo stesso significato di quello italiano, è un omaggio alla bellezza e all'importanza della città, distrutta dal sisma.

Per la ricostruzione della cittadina, furono chiamati grandi architetti e il risultato fu ancora più grande di quanto ci si potesse attendere: decorazioni accese, senso scenografico e cromatico e architetture luminose dalla tinta color miele sono solo alcune delle caratteristiche del barocco di Noto.

Presentato a Palazzo Ducezio, dopo due anni di lavori e progettazione, "Efian" è adesso entrato in una seconda fase, quella della concretezza: così, tecnologia multimediale e ricerca storica contribuiscono ad accrescere ulteriormente il patrimonio artistico-culturale, diffondendone bellezza e forme d'arte.
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