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Michel Bounan e i meccanismi del terrore

  • 3 luglio 2006

Michel Bounan, medico ed autore di saggi, con la sua ultima fatica letteraria, "Logica del terrorismo" (:duepunti edizioni, pp. 75, euro 9,00), prende la parola e tira le fila del discorso con il tono e l’efficacia di chi detta legge. Secondo l’autore, il terrorismo, oltre ad essere «un insieme di atti criminosi, di natura ed entità variabili, che mirano ad intimidire una particolare popolazione al fine di ottenere concessioni politiche», è altresì una pura e semplice operazione mediatica. Far conoscere a più gruppi d’interesse che esiste la minaccia di un crimine, rappresenta la via maestra sia per ottenere una controfferta politica sia per indurre una parte di quei gruppi a manifestare una solidarietà attiva.

Il terrorismo non è di una sola specie: si deve distinguere un terrorismo nazionalista da un terrorismo che promuove invece una trasformazione politica, come inoltre bisogna riconoscere l’esistenza di un terrorismo contraddistinto da motivazioni para-religiose. Bounan fa degli esempi per ognuno di essi ed apre il saggio sottolineando che la storia ci insegna, che a volte, i mandanti e gli esecutori di atti terroristici sono state delle nazioni, ed enumera i fatti relativi al bombardamento di Londra da parte dell’aviazione tedesca nel 1940, di Dresda nel 1945 da parte degli inglesi e la distruzione di Hiroshima da parte degli americani.
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Il saggista francese, dunque, dopo questa fase iniziale, introduce il “nocciolo duro” del suo pensiero: «I responsabili di governo, i giornalisti, la polizia e i terroristi stessi presentano la guerra condotta dal terrorismo contro i suoi nemici dichiarati in modo del tutto inverosimile. Per essere credibile, questa versione dei fatti richiederebbe al tempo stesso tre condizioni un’eccessiva stupidità dei terroristi, un’incompetenza stravagante delle forze dell’ordine specializzate nella lotta anti-terrorismo, e una folle irresponsabilità dei media. Data una tale incongruenza, è impossibile sostenere che il terrorismo sia realmente ciò che pretende di essere».

Ovvero, l’autore, ci traccia la sua teoria, accompagnata da verità storiche, secondo cui delle manovre sotterranee di elementi deviati della politica in senso lato, da sempre, in dei particolari periodi storici hanno agevolato degli atti terroristici all’insaputa magari degli stessi governi in carica, per fini economico-politici. Classico è l’esempio, secondo il quale, si può dare la stura ad un’operazione terroristica per far passare una legge repressiva in un ambito di disobbedienza civile. La manipolazione del terrorismo di cui scrive lo scrittore francese, è come dice lui stesso limitata, perché nonostante i numerosi esempi riportati, essi non si possono estendere per spiegare altri fatti terroristici nei quali non si è riscontrata nessuna connessione “malata”.

Bounan, secondo noi, generalizza un po’ troppo, e la tanta carne al fuoco ci pare abbisogni di ben più delle cinquantasei pagine di cui è composto il saggio. Riguardo alla veridicità dei fatti storici che lo scrittore ci presenta, li prendiamo tutti per buoni, non possedendo conoscenze tali da opporre agli esempi con cui il nostro dà rilievo alla sua tesi. In conclusione informiamo i lettori che il saggio è arricchito dalla postfazione di Gian Carlo Caselli e dalla nota di Giusto Catania.
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