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“Scary Movie 4”, risate in serie ma la formula mostra la corda

  • 21 aprile 2006

Scary Movie 4
U.S.A., 2006
di David Zucker
con Anna Faris, Regina Hall, Craig Bierko, Leslie Nielsen, Carmen Electra, Bill Pullman, Micheal Madsen, Shaquille O’Neal

E' il destino dei film parodici, in fondo, quello di essere sempre uguali a se stessi: il modello base resta invariato, basta solo qualche piccolo aggiornamento per adeguarsi agli ultimi titoli usciti nelle sale. In questo modo ci si guadagna la complicità spettatoriale (il pubblico fidelizzato è contento di muoversi a suo agio in un sistema di riferimento che ormai conosce a menadito) e ci si assicura l’infinita replicabilità del prodotto fino al massimo sfruttamento del suo successo. Nessuna sorpresa, quindi, per questo “Scary Movie 4” (“l’ultimo capitolo della trilogia”, come viene apostrofato negli slogan pubblicitari), ennesimo dissacrante sberleffo nei confronti del genere dell’orrore. Per apprezzare il film, esattamente come tutti gli episodi precedenti, bisogna possedere due semplici requisiti.

Il primo è quello di aver frequentato i cinema nelle ultime due stagioni quanto basta per aver visto i principali blockbuster americani, di preferenza horror e fantascientifici (“La Guerra dei Mondi” e “The Grudge”, soprattutto, e anche “Saw – L’enigmista”, “The Village”, “La terra dei morti viventi”), ma non necessariamente (“Million Dollar Baby”, “Brokeback Mountain”). Chi è rimasto a guardare la tv però non abbia paura: potrà ugualmente riconoscere le prese in giro dei personaggi più noti del mondo mediatico, da Tom Cruise (e le sue esuberanti dichiarazioni d’amore televisive per Katie Holmes), al gigante dell’Nba Shaquille O’Neal (che ironizza su se stesso), passando per Mike Tyson e Micheal Jackson (che a “Scary Movie” è ormai di casa). Il secondo è quello di non arricciare il naso di fronte a una comicità rigorosamente scatologica ed escrementizia, un universo sboccato e cafonesco in cui spadroneggiano Viagra ed erezioni, pipì e pupù, doppi sensi scurrili e le solite immancabili scoregge.

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E d’accontentarsi di un linguaggio comico elementare e immediato, la cui grammatica si fonda essenzialmente su capocciate o capitomboli. Purtroppo sono molto lontani i tempi in cui la premiata ditta David Zucker (alla regia, qualche volta assieme al fratello Jerry) e Jim Abrahams (alla sceneggiatura, ma anche da solo come regista) regalava perle di parodia e di demenzialità nei decenni Ottanta (“L’aereo più pazzo del mondo”, “Top Secret!”) e Novanta (la serie di “Una pallottola spuntata” e di “Hot Shots!” e il decisamente sottovalutato “Mafia!”). Piccole gemme del loro genere, che riuscirono a portare avanti una destrutturazione del registro comico fino a scomporlo in particelle elementari, in un caleidoscopio infinito di gag, spesso giocate sull’assurdo, sul nonsense, sul paradosso.

Su “Scary Movie 4” pesa soprattutto l’eredità volgarotta e fracassona dei fratelli Wayans, inventori con i primi due episodi del meccanismo parodico che sta alla base di questa serie. Già in “Scary Movie 3” si era assistito al passaggio di consegne nei confronti di Zucker (che si è portato appresso alcuni attori feticcio come Leslie Nielsen e Charlie Sheen, presenti anche nel quarto film), ma non si sono registrate sensibili differenze. Il black humor greve e sguaiato dei Wayans la fa ancora da padrone, a volte con risultati esilaranti (il “Brokeback Mountain” versione nera, ad esempio, un tripudio di canzoni languide e di luoghi comuni irriverenti sulla sessualità gay), più spesso con esiti fiacchi e scontati. Speriamo di trovare uno Zucker più inventivo e ispirato nel prossimo “SuperHero!”, attualmente in preproduzione: riuscite a indovinare quale genere verrà questa volta messo alla berlina?

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