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Vivere: senza malinconia, (s)e si può

  • 25 gennaio 2005

Vivere
Italia 2004
Di Lucio Macaluso
Con Nino Fallaci

Il tempo che passa, il piacere di una sigaretta, di uno sgombro alla brace, il desiderio carnale (difficile da placare), la mamma (qui in un’immagine dissacratoria), questo e tanto altro ancora sono gli elementi del primo lungometraggio del palermitano Lucio Macaluso, dal titolo “Vivere” (con Nino Faillaci), un esempio di produzione indipendente locale (si tratta della Siavissiavucca Management produzioni indipendenti, dello stesso regista). Il film, proiettato in una sala insolita, quella del teatro Santa Cecilia di Palermo, dal 20 al 23 gennaio (tre proiezioni quotidiane: alle 21, alle 22,30 e alle 23,30, costo del biglietto 5 euro, 3 euro il ridotto), qui per l’occasione trasformata in spazio cinematografico, diverte e incuriosisce, farcito da citazioni illustri e acute osservazioni sull’esistenza, sulla gente, sulla vita insomma, rilasciate da persone comuni, semplici ma profonde.

Tema del lungometraggio, ricco di ironia e spunti di riflessione, nel quale si respira tanto odor di teatro, è appunto la vita, o ancor meglio, citando quanto appare sulla locandina “altro è parlar di morte, altro è morire”. Un racconto di vita, ora e dopo, quel che è e quel che sarà, è un anziano a farlo, il bravissimo Nino Faillaci, e fra i suoi esaltati monologhi (“un sentimento di particolare orgoglio” li contraddistingue e spesso li conclude) e saggi consigli da parte di tanti sconosciuti, su quel percorso in salita nel quale tutti (chi più chi meno, in fondo non sono poi tante le differenze) arranchiamo, scorrono studiate immagini (dal comico, passando inevitabilmente per il triste, al grottesco, riuscito esempio quello della sequenza finale). Bello il montaggio (fondamentale, come si sa, per un film) che, insieme con le appropriate scelte musicali, esalta l’acutezza dell’originale racconto per immagini. E, a proposito di musica, citiamo la famosa “Vivere” (senza malinconia …) di Tito Schipa, canzone facente parte a pieno titolo della colonna sonora.

Un’altra piccola curiosità: una delle sequenze più intense del film (l’anziano protagonista scende una scala lungo un ampio e profondo pozzo) ci informa dell’esistenza di un pozzo punico proprio dentro la città di Palermo. E questo giusto per consolarci, dato che alla fine di questo pozzo, lungo la parete, si trova una cavità che, ripresa dall’alto in lontananza, ci rammenta duramente quello che siamo: piccoli come topi … Per concludere ecco un’altra informazione sul regista: “Vivere” è il suo primo lungometraggio, ma Macaluso ha già al suo attivo un cortometraggio dal titolo “Kurò il lungo addio alla serie B“, anche questo, intenso racconto per immagini sulla fatidica promozione (si attendeva da 32 anni) della squadra di calcio del Palermo in serie A.

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