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Non tutti lo sanno ma tra i Mille c'era anche una donna: Rosalia, la patriota cancellata

È stata l’unica donna presente tra le camicie rosse, nonostante l’ordine di Garibaldi fosse stato tassativo: mogli, madre o volontarie dovevano rimanere a casa. Tutte tranne una…

Jana Cardinale
Giornalista
  • 19 maggio 2022

Rosalia Montmasson

Chi sfogliasse l’album dei Mille - galleria fotografica degli eroi dell’impresa garibaldina realizzata tra il 1863 e il 1870 da Alessandro Pavia - al n. 338 troverebbe la foto di Rosalia Montmasson, il ritratto dell’unica donna che partecipò alla spedizione che diede la spinta decisiva alla formazione dell'Unità d'Italia; un’oscurata protagonista della storia, una ragazza che incontra e si innamora di un giovane rivoluzionario pieno di sé, e per amore lo segue in tutte le avventure fino a quando lui l’abbandona, ma anche un’intransigente repubblicana che si lega a un patriota, che alla fine ne tradisce gli ideali.

L’unica donna della spedizione dei Mille, che fu moglie di Francesco Crispi. Rosalia Montmasson, lo seguì, infatti, per vent’anni, in tutti gli esili, condividendone utopia, senza paura e senza riserve, e facendosi lei stessa patriota al servizio della causa mazziniana. Si erano incontrati a Marsiglia: lui esule in fuga dalla Sicilia borbonica, lei lavandaia stiratrice di un paesino d’origine dell’Alta Savoia.
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Diventata mazziniana anche lei, entrò a poco a poco nella vita di riunioni e di azioni clandestine di lui, perfino le più rischiose e forse terroristiche, giungendo ad assumere un proprio ruolo, stimato anche da Mazzini. Poi l’impresa garibaldina, l’Unità, e la svolta monarchica di Crispi.

Le divergenze e i contrasti tra Francesco e Rosalia si accentuano e la ragazza di Marsiglia diventa solo un impiccio sentimentale e politico per lui, che nel 1878 – divenuto potente ministro – riesce con cavilli formali e l’avallo di una compiacente magistratura, a farsi annullare il matrimonio.

Da quel momento, Rosalia Montmasson viene fatta sparire dalla vita di Crispi, dai libri, e dalla memoria collettiva: una totale rimozione dalla storia risorgimentale che si è protratta fino a oggi, e che emerge adesso in tutta la sua prepotente e sorprendente ‘modernità’ e libertà di pensiero, grazie a un avvincente romanzo storico che restituisce voce e identità a questa donna, che fu anche generosa crocerossina, occupandosi della cura dei feriti e prestando il suo servizio nelle ambulanze di Vita, Salemi ed Alcamo.

Ne è autrice Maria Attanasio, che nell’inchiesta letteraria “La ragazza di Marsiglia”, ricostruisce questa vicenda nascosta del Risorgimento, dopo averne cercato le tracce, ripercorso i luoghi, scavato tra cronache e documenti, e appassionatasi alla vita di questa donna dal temperamento straordinario e ribelle a ogni condizionamento e sudditanza. Rosalia, è stata l’unica donna presente tra le camicie rosse, nonostante l’ordine di Garibaldi, prima della partenza, fosse stato tassativo: mogli, madre o volontarie dovevano rimanere a casa. Tutte tranne una… E nessuno, pare, seppe mai cosa esattamente si siano detti Rosalia e il Generale.

Dell’unica partecipante femminile alla spedizione dei Mille, resta – ed è a Caltagirone - una riproduzione in gesso del suo busto, voluto dallo stesso Crispi, e forgiato da un artista di origini siciliane. E di quel busto c’è anche una versione in marmo, a Pisa, nell’ufficio elettorale del Comune. Rosalia è stata una donna che ha fatto dell’indipendenza la cifra di tutta la sua vita. Non ha mai avuto padroni ed è riuscita ad ottenere dal padre il permesso formale di poter prendere uno sposo di sua scelta.

Tutta la vita repubblicana mazzininana, sempre pronta a rivendicare la sua libertà, morì in povertà nella capitale, dove riposa in un loculo concesso gratuitamente dal Comune nel cimitero del Verano.

Ma a lei quest’anno il Comune di Marsala, con un gesto inedito e orgogliosamente commemorato dal sindaco, Massimo Grillo, e dagli assessori della Giunta, ha dedicato il 10 maggio, la prima delle quattro giornate inserite nella tradizione delle “Celebrazioni Garibaldine”, con l'intitolazione di un tratto di strada, la parte finale di via Mario Nuccio.
L'iniziativa si realizza grazie a un privato cittadino appassionato di Storia Patria, Francesco Palermo Patera (oggi componente della Commissione Toponomastica del Comune) che aveva conosciuto la storia di Rosalia Montmasson e ha fatto da trait d'union tra l'autrice del libro e l'Amministrazione Comunale.

Oggi sul luogo si legge: ‘alla patriota Rosalìe Montmasson, l'unica donna che partecipò alla spedizione dei Mille’, che da Quarto sbarcarono a Marsala. E alla Montmasson è giunto anche l'omaggio di una rosa che, a nome del Centro Internazionale di Studi Risorgimentali e Garibaldini, che ha sede al Complesso Monumentale San Pietro, il professor Elio Piazza ha posto accanto al suo nome, riportato sul Monumento ai Mille. «Hai curato feriti, soccorso moribondi, subito abbandoni da tutti – ha detto lo storico Piazza -. Oggi Marsala ti dedica una via per onorare la tua memoria».
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