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Ricordi di Palermo in bianco e nero: quando il Natale aveva il suono dei "Ciaramellari"

Partivano da Monreale e arrivavano fino al Cassaro suonando "Tu scendi dalle stelle" lasciando incantati grandi cortei di famiglie con bambini che li seguivano ovunque

Balarm
La redazione
  • 6 dicembre 2018

Uno zampognaro siciliano

A questo punto dell'anno era già iniziata la novena dell'Immacolata: dal 29 novembre e fino alla vigilia dell'Immacolata, il 7 dicembre, tra le tante iniziative devozionali c'erano anche quelle più divertenti, che piacevano tanto ai bambini.

Parliamo degli zampognari, anche detti ciaramellari: partivano da Monreale o dalla Rocca e procedevano lungo il Cassaro.

Si dirigevano verso la chiesa di San Francesco d'Assisi mentre dedicavano le serenate alla Madonna tra gli occhi incantati di famiglie intere, bambini, nonni e di passanti curiosi.

In molti ricordano i tempi in cui nei freddi giorni di dicembre passavano gli zampognari sotto i balconi: si sfidava il gelo per partecipare a un rito secolare e popolare che ogni anno dava inizio alle feste di Natale.

Le esibizioni erano organizzate davanti alle edicole votive ma anche ai piedi o addirittura dentro le case dei committenti.

I brani variavano a seconda delle occasioni o delle richieste e oltre ai canti devozionali anche canti narrativi legati ai temi della Natività e della Passione come U caminu i san Giseppi (il viaggio a Betlemme), A la notti di Natali (la nascita), I tri Re (l'arrivo dei Magi), Quannu la santa Matri caminava (la ricerca del Cristo Morto da parte della Madonna).
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Oggi cosa resta? Se un tempo erano decine gli zampognari - o ciaramellari - che facevano risuonare i loro strumenti per le vie del centro storico di Palermo ma oggi è come se si fossero ritirati.

La tradizione, sembra si sia estinta negli anni Sessanta e restano a mantenerne vivo il ricordo i colleghi di Monreale che fino agli anni Ottanta procedevano ugualmente lungo il Cassaro.

I passanti che si distraggono dai loro affari per ascoltare "Tu scendi dalle stelle" e le altre musiche sono pochi, davvero pochi, come sono poche le persone che si radunano intorno ai suonatori.

Passano di edicola in edicola, fermandosi per cantare alla Vergine Maria e ricordando i vecchi tempi, quando i bambini saltavano dalla gioia di l’ora alla sola idea di assistere alle novene.

Curiosità: la zampogna siciliana "a chiave", è (anzi era) diffusa nel territorio di Palermo e Monreale e qui è arrivata da Napoli nel Settecento, diversamente da quella "a paro" questa è usata per canti e musiche devozionali.

È composta da quattro canne di lunghezza differente: due bordoni (quàitta e fasettu) e due canne melodiche (canta e trummuni).

Le dimensioni della canna melodica sinistra sono davvero impressionanti raggiungendo la lungezza di un metro e mezzo circa.
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