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Rinasce il "borgo del cannolo" vicino a Trapani: il murales che attira turisti e curiosi

Il suo piccolo corso, normalmente pieno di gente in attesa per assaggiare la prelibatezza tipica, è ancora più animato. Cosa ha "risvegliato" questi luoghi

Jana Cardinale
Giornalista
  • 14 gennaio 2023

Un dettaglio del murales di Dattilo

Rinasce a nuova vita Dattilo, il borgo del cannolo, grazie a un’esplosione di colori che lo ha reso, da poche settimane, meta di turisti e visitatori di passaggio, sempre più numerosi.

E il suo piccolo corso, normalmente pieno di gente in attesa, per assaggiare la prelibatezza tipica del luogo, è ancora più animato. Cos’è che ha risvegliato questa nicchia di case dalla tradizionale dimensione agricola, che ha saputo esportare ovunque quella la bontà culinaria che ha reso famosa la zona in tutto l’hinterland e molto oltre? Un’idea artistica che oggi è patrimonio della sua comunità.

«Una bellissima opera d’arte – dice il sindaco di Paceco, di cui Dattilo è una frazione, Giuseppe Scarcella - realizzata dal professor Enzo Campisi con il suo staff di tecnici molto bravi, che è un prodotto di pregevole fattura di cui gli abitanti del territorio vanno fieri, perché rappresenta una vera eccellenza, anzi più eccellenze, essendo dedicata al cannolo e alla sua storia, ma esprimendo anche un forte richiamo a Pirandello, padre nobile di questa nostra terra di Sicilia che, sono certo, sarà motivo di visita di un gran numero di turisti e visitatori».
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È orgoglioso il sindaco Scarcella del murales realizzato nel suo Comune grazie al progetto ideato dall’Associazione culturale ‘Ciuri’, con il patrocinio della stessa Amministrazione, nel mese di ottobre, e consegnato alla comunità qualche settimana fa.

Un murales nato come libera espressione creativa di quattro artisti del territorio, con la direzione artistica del Maestro Campisi, che ha assunto un importante valore estetico e allo stesso tempo sociale, per una frazione di circa cinquecento abitanti che oggi plaudono all’iniziativa, manifestando l’interesse a diffonderla per tutte le altre zone dell’abitato, rendendo il luogo un’accogliente e vivace passeggiata in cui perdersi tra i bagliori della ‘street art’.

Al momento della consegna al primo cittadino, e alla popolazione, erano presenti gli stessi artisti autori dell’opera - realizzata grazie alla disponibilità della famiglia Barbera che ha messo a disposizione il prospetto della propria abitazione, e al Colorificio Atria di Partanna, che ha fornito il supporto tecnico – e cioè Agnese Gambina, Stefano Saladino, Rosaria Scurti e Aurelio Trapani, e con loro gli assessori della Giunta, Michele Ingardia e Teresa Soru, e il presidente dell’Associazione ‘Ciuri’, Filippo Peralta, particolarmente lieto del momento di piena condivisione con la comunità e con le istituzioni, e del lavoro che riqualifica una parte della piccola frazione, che i pittori coinvolti hanno saputo rendere una ‘giovane’ pinacoteca a cielo aperto.

Arrivare sul posto e fermarsi a guardare quegli acquerelli voluminosi, è simultaneo: dove prima c’era un garage e una parete spoglia, oggi giganteggiano i colori più accesi che ravvivano la zona con i classici cactus dei fichi d’india, ma anche con i cannoli, tipicità per eccellenza del territorio, cui è stato dedicato anche un festival, e il volto di Luigi Pirandello, drammaturgo siciliano e scrittore tra i più importanti della letteratura italiana, che per senso di appartenenza rende fieri tutti gli isolani.

A raccontare il lavoro è il professore Enzo Campisi: «In realtà dipingere su un muro in queste condizioni non è stato facile, ma alla fine ogni esperienza insegna sempre qualcosa. Ringraziamo con grande affetto tutti quanti ci sono stati vicini sin dalle prime pennellate.

L'arte espressa sui muri ha il grande merito di essere uno degli strumenti più semplici, diretti e importanti per la riqualificazione di singole facciate, borghi, quartieri e città, che facilmente può veicolare messaggi identitari, festosi e allegri e che, in molti casi, inducono alla riflessione, che incide sul benessere psicologico sia di chi abita o lavora nei pressi, o dei passanti occasionali.

Sarebbe nostro desiderio continuare a operare su tante altre strutture di questo piccolo e delizioso borgo e siamo sicuri di poter contare sulla volontà e le capacità del sindaco, Giuseppe Scarcella, di Filippo Peralta, ma anche dei cittadini di Dattilo, che ci sono stati vicini con il loro affetto sin dal primo giorno».

E proprio gli abitanti di Dattilo hanno manifestato la loro adesione al progetto e la loro disponibilità a condividere i propri prospetti abitativi in favore dell’iniziativa, per continuare a colorare Dattilo di idee, e di speranza.

La storia di Dattilo la racconta il sindaco Scarcella, che evidenzia che in realtà il borgo esisteva in epoca addirittura anteriore al Comune di Paceco, la cui origine è più recente, e risale, cioè, al 1607, fondato dagli spagnoli. «Dattilo era una contrada di Trapani, in antichità rurale. Ci fu una rettifica dei confini nel ‘79 e Paceco cedette a Trapani delle porzioni di territorio e ne ricevette altre in cambio.

La sua storia è ben documentata in una pubblicazione che narra la sua origine e che si chiama ‘Per una storia di Dattilo’, risalente circa al 1988.L’idea è di fare una ristampa di quel libro curato dalla scuola media di Paceco».

Un ruolo importante per questa frazione lo conserva l’associazione socio culturale Pro Dattilo, fondata nel 1989 e di cui lo stesso sindaco fu socio fondatore e primo presidente. Oggi questa realtà gestisce l’ex scuola elementare di via Libertà, per averla ricevuta dal Comune nel 2018, ma ha sempre animato le estati della frazione e si è intestata iniziative a carattere ecologico e culturale con rassegne poetiche e convegni, oltre ad essersi impegnata per la realizzazione delle tradizionali cene di San Giuseppe, che è il patrono di Dattilo, riscuotendo un bel successo in più di 30 edizioni organizzate.

L’iniziativa del murales ha preso il via nel mese di ottobre, con la prima edizione del “Dattilo Cannolo Fest”, la manifestazione incentrata sulla promozione e sulla valorizzazione del territorio attraverso l'enogastronomia (e l'arte), proprio perché quando si dice cannolo non si può che parlare di Sicilia e, nel Trapanese, pensare subito a Dattilo, dove negli anni la tradizione è diventata sempre più forte, tanto da fare di questa piccola località un luogo di vero pellegrinaggio per deliziare i palati più golosi.

La kermesse si è avvalsa del patrocinio del Comune di Paceco e della Regione Siciliana e si è snodata in tre giorni intensi che sono stati anche l’occasione per studiare le caratteristiche di questo dolce eccezionale, grazie al coinvolgimento dell’Istituto Superiore alberghiero Ignazio e Vincenzo Florio di Erice, i cui alunni hanno tenuto dei laboratori del gusto. E mentre i numerosi avventori vivevano a tutto tondo il villaggio dei sapori, in cui si susseguivano anche spettacoli e momenti di intrattenimento, con presentazioni di libri a tema, si svolgeva l’estemporanea di pittura, denominata "Terre d’Occidente", che da lì a breve avrebbe regalato a Dattilo, e a chi vi si reca in cerca dei famosi cannoli oversize, farciti come una promessa di paradiso, il frutto dell’ispirazione libera e senza filtri del gruppo impegnato nella realizzazione dei “quadri moderni” con la loro arte di strada, riconosciuta dal sindaco come un’operazione culturale di grande efficacia e intensità.

«I turisti vanno a fotografarlo e a vedere, e sta diventando davvero una meta di molte persone che vengono da fuori. Altri privati vorrebbero fare la stessa cosa con le loro case, abbiamo individuato anche delle strutture pubbliche, o la stessa piazza – conclude il primo cittadino –. C’è entusiasmo, abbiamo una disponibilità diffusa per nuovi murales.

È bello che adesso questo luogo, in cui la fama del cannolo cominciò ad espandersi dalla metà del 1976, con il primo gestore del bar, Gaspare Poma, e la moglie, la signora Scolastica Gioia, sia riconosciuto e riconoscibile anche per quest’opera d’arte. Uniamo la cultura ai sapori, e lì, dove il cannolo divenne famoso in termini commerciali con il signor Mazzara, che dal 1977 divenne il gestore di quest’unico bar del posto, che mantiene da sempre la stessa denominazione, adesso l’attrattiva è anche una galleria cromatica traboccante di Sicilia.
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