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Un luogo di preghiera per il popolo ebraico: la chiesa di Palermo che diventa Sinagoga

Sono stati espulsi nel 1492 gli ebrei da Palermo e dopo 500 anni, il 2017 vede l'Arcivescovo Lorefice donare al popolo eletto una chiesa perché diventi sinagoga

Balarm
La redazione
  • 11 settembre 2017

L'interno dell'Oratorio di Santa Maria del Sabato

La sinagoga sarà nelle zone dell'antico quartiere ebraico di Palermo: la "Guzzetta" e la "Meschita", e a essere trasformato sarà l'ex oratorio di Santa Maria del Sabato, edificio risalente al 1617 e da tempo non in uso, che si trova nell'isolato tra via Calderai e via Giardinaccio (alle spalle di via Maqueda).

A volere l'operazione è l'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, che ne ha concesso gratuitamente in comodato d'uso i locali dove, prima dell'espulsione, si trovava una sinagoga: oltre cinquecento anni dopo (esattamente 525) l'espulsione degli ebrei dall'Isola Palermo accoglie la comunità ebraica con la donazione di un luogo di preghiera.

L'Oratorio di Santa Maria delle Grazie, detta "del Sabato" è stata decorata a stucco nel 1740 da Procopio Serpotta, figlio naturale di Giacomo e sorge in quel quartiere che mantiene ancora oggi, dopo cinquecento anni, alcune delle caratteristiche strutturali dell’edilizia ebraica come la possibilità di chiusura degli accessi, identificabili con alcuni passaggi ad arco.

Proprio attraverso questa cornice di passaggio in via Calderai, costituita dall'arco della Meschita, è possibile accedere all'Oratorio della Compagnia di San Nicolò da Tolentino, che aveva edificato nel 1507 la propria chiesa lì dove esisteva, fino al 1492, una sinagoga, detta "Meschita", nome con cui i cristiani chiamavano qualsiasi edificio sacro non cristiano.
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