26 opere inedite di Francesca Leone per la mostra "Monaci" a Palermo

Allestimento della mostra. Photo credit: Laura Daddabbo
Al Real Albergo dei Poveri di Palermo è allestita la mostra dell’artista romana Francesca Leone che torna nella città che l’ha accolta nel 2008 con la sua prima esposizione personale e la ritrova oggi dopo dieci anni con alle spalle un ciclo di grandi mostre nei più importanti musei d’arte contemporanea in Russia, Cile, Argentina e dopo due importanti installazioni museali realizzate per La Triennale di Milano e per il Museo Macro di Roma.
La mostra, dall’emblematico titolo "Monaci", promossa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e organizzata da Civita, si compone di 26 opere inedite, curata dal critico d’arte Danilo Eccher. Un’anticipazione significativa della grande personale che Francesca Leone porterà in autunno a Madrid.
«Due file di monaci silenziosi, assorti, appoggiati alle pareti, avvolti in un consunto saio cementizio. Muti esibiscono le stigmate di una crudele quotidianità offrendo stemmi araldici di un’attualità sofferente. Come silenziosi monaci guerrieri assistono alla processione liturgica di confratelli adornati di paramenti cerimoniali della strada, dello scarto, della marginalità. Nelle austere aule del Real Albergo dei Poveri si sta officiando il rito della contemporaneità».
La mostra, dall’emblematico titolo "Monaci", promossa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e organizzata da Civita, si compone di 26 opere inedite, curata dal critico d’arte Danilo Eccher. Un’anticipazione significativa della grande personale che Francesca Leone porterà in autunno a Madrid.
«Due file di monaci silenziosi, assorti, appoggiati alle pareti, avvolti in un consunto saio cementizio. Muti esibiscono le stigmate di una crudele quotidianità offrendo stemmi araldici di un’attualità sofferente. Come silenziosi monaci guerrieri assistono alla processione liturgica di confratelli adornati di paramenti cerimoniali della strada, dello scarto, della marginalità. Nelle austere aule del Real Albergo dei Poveri si sta officiando il rito della contemporaneità».
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