"Abbracci": cinque dittici di Laura Marchese alla Stanza dello Scirocco di Messina

Dittico, tecnica mista su carta
In un pomeriggio di riflessione sulla forza e la fragilità della donna, alla Stanza dello Scirocco sabato 16 marzo si presenta la mostra "Abbracci" di Laura Marchese (Messina, 1988), a cura di Mariateresa Zagone, che si compone di 5 dittici a matita, carboncino e pastelli.
"Il volto appare in primo piano non lasciando alcuno spazio allo sfondo, assorto in pensieri indecifrabili - scrive la curatrice nel suo testo critico - Il disegno deciso rende plastiche le figure che emergono prepotenti, squadrate, i loro volumi catturano lo sguardo, ci interrogano, come nel caso della donna di colore, altera e malinconica, e del suo bambino che squarciano la pochezza del nostro occidente malato".
Laura Marchese vive opera e studia a Milazzo. Da sempre amante dell'arte, ha partecipato a svariate collettive nella provincia di appartenenza e frequentato studi di artisti con la finalità di apprendere nuove tecniche e teorie artistiche.
Disegna e dipinge fin da piccola e si dedica da anni alla ritrattistica, alla ricerca, nelle pieghe del volto, di un frammento di umanità.
Dopo la maternità, esperienza che spacca in due il tempo, i suoi lavori si sono incentrati sul rapporto e sull'abbraccio tra madre e figlio, esprimendo con la forza decisiva del segno il senso della difesa, della protezione, di ciò che vuole esserci al di là del dolore, delle convenzioni, dei ruoli.
"Il volto appare in primo piano non lasciando alcuno spazio allo sfondo, assorto in pensieri indecifrabili - scrive la curatrice nel suo testo critico - Il disegno deciso rende plastiche le figure che emergono prepotenti, squadrate, i loro volumi catturano lo sguardo, ci interrogano, come nel caso della donna di colore, altera e malinconica, e del suo bambino che squarciano la pochezza del nostro occidente malato".
Laura Marchese vive opera e studia a Milazzo. Da sempre amante dell'arte, ha partecipato a svariate collettive nella provincia di appartenenza e frequentato studi di artisti con la finalità di apprendere nuove tecniche e teorie artistiche.
Disegna e dipinge fin da piccola e si dedica da anni alla ritrattistica, alla ricerca, nelle pieghe del volto, di un frammento di umanità.
Dopo la maternità, esperienza che spacca in due il tempo, i suoi lavori si sono incentrati sul rapporto e sull'abbraccio tra madre e figlio, esprimendo con la forza decisiva del segno il senso della difesa, della protezione, di ciò che vuole esserci al di là del dolore, delle convenzioni, dei ruoli.
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