Alla scoperta delle collezioni dell'Università degli Studi di Messina, tra preziosi reperti
Una sala della Pinacoteca dell'Università di Messina
Devastata dal terremoto del 1908 e rinata spezzata, dolente, ma ancora viva. Da quel cataclisma a Messina sono sopravvissuti chiese, ipogei, forti, ville, opere d’arte raccolte nel Museo regionale. Un patrimonio straordinario che, con la terza edizione de "Le Vie dei Tesori", in programma dal 13 al 29 settembre, si mostra ogni weekend con l’orgoglio della sua storia.
Si tratta di una preziosa collezione di reperti accomunati da un unico denominatore: la protagonista è lei, la città di Messina.
Nella collezione,incrementata nel corso degli anni dall’Ateneo cittadino, si trovano opere di pittori locali tra ‘700 e ‘800, e altre firmate da artisti contemporanei. Tra tutte, un elegante dipinto del XVIII secolo, realizzato con la tecnica a “gouache”, che raffigura il castello di Rocca Guelfonia.
Curiosa la grande iconostasi dipinta e dorata, come pure interessanti sono le collezioni archeologiche. Più le ceramiche: che Cesare Zipelli, raffinato collezionista di stampe e monete antiche, raccolse per anni. Una preziosa raccolta di maioliche siciliane e spagnole, circa 170 pezzi, esposte nell’antiquarium dell’Università.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 40 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
Si tratta di una preziosa collezione di reperti accomunati da un unico denominatore: la protagonista è lei, la città di Messina.
Nella collezione,incrementata nel corso degli anni dall’Ateneo cittadino, si trovano opere di pittori locali tra ‘700 e ‘800, e altre firmate da artisti contemporanei. Tra tutte, un elegante dipinto del XVIII secolo, realizzato con la tecnica a “gouache”, che raffigura il castello di Rocca Guelfonia.
Curiosa la grande iconostasi dipinta e dorata, come pure interessanti sono le collezioni archeologiche. Più le ceramiche: che Cesare Zipelli, raffinato collezionista di stampe e monete antiche, raccolse per anni. Una preziosa raccolta di maioliche siciliane e spagnole, circa 170 pezzi, esposte nell’antiquarium dell’Università.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 40 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
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