Casa e rapporto tra luce e ombra: personale di Alfredo Covato a Palazzolo Acreide
Dal 6 al 30 aprile, la galleria d'arte Kokò Studio di Palazzolo Acreide ospita la mostra personale di Alfredo Covato intitolata "È da lì che viene la luce", a cura di Nicolò Paolo Scrofani e Natasha Scrofani.
Domenica 6 aprile, alle 18.00, vernissage alla presenza dell'artista, in dialogo con la giornalista culturale Marianna Triberio.
La mostra, che si sviluppa attraverso un percorso espositivo composto da opere di piccolo, medio e grande formato, invita il pubblico a intraprendere un viaggio introspettivo.
Le opere sono pensate per coinvolgere e stimolare una riflessione profonda sul rapporto tra luce e ombra, presenza e assenza, vita e morte.
Il progetto, attraverso opere pittoriche, scultoree e fotografiche, esplora il simbolo della casa in una prospettiva duplice e contrastante: da un lato, la casa come rifugio, luogo di intimità, famiglia e memoria; dall'altro, come luogo di sofferenza, fuga e perdita, richiamando le esperienze dei migranti e delle vittime di conflitti, costretti ad abbandonare le proprie case.
Attraverso un dialogo visivo di forti contrasti (bianco e nero, pieno e vuoto, contenuto e contenitore) Covato invita il visitatore a interrogarsi sul senso della propria esistenza. È forse nel buio che riscopriamo la luce?
L'esposizione resta visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 20.00, la domenica su prenotazione.
Domenica 6 aprile, alle 18.00, vernissage alla presenza dell'artista, in dialogo con la giornalista culturale Marianna Triberio.
La mostra, che si sviluppa attraverso un percorso espositivo composto da opere di piccolo, medio e grande formato, invita il pubblico a intraprendere un viaggio introspettivo.
Le opere sono pensate per coinvolgere e stimolare una riflessione profonda sul rapporto tra luce e ombra, presenza e assenza, vita e morte.
Il progetto, attraverso opere pittoriche, scultoree e fotografiche, esplora il simbolo della casa in una prospettiva duplice e contrastante: da un lato, la casa come rifugio, luogo di intimità, famiglia e memoria; dall'altro, come luogo di sofferenza, fuga e perdita, richiamando le esperienze dei migranti e delle vittime di conflitti, costretti ad abbandonare le proprie case.
Attraverso un dialogo visivo di forti contrasti (bianco e nero, pieno e vuoto, contenuto e contenitore) Covato invita il visitatore a interrogarsi sul senso della propria esistenza. È forse nel buio che riscopriamo la luce?
L'esposizione resta visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 20.00, la domenica su prenotazione.
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
COSA C'È DA FARE
-
MOSTRE
Elliott Erwitt (per la prima volta) a Palermo: 190 scatti unici a Palazzo Reale
33.235 letture 811 condivisioni -
MOSTRE
"Spazio Umano" a Palermo: visionari e visioni nella chiesa di San Mamiliano
8.875 letture 84 condivisioni -
MOSTRE
Palermo raccontata olio su tela in "Luogo comune": la mostra all'Instituto Cervantes
601 letture 1 condivisione










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




