"Costumi e scenografie": al museo del Disegno di Palermo arriva la mostra di Lisa Ricca

"Il malato immaginario" di Molière, regia di Michele Perriera (Città dei ragazzi, 1984)
Al museo del Disegno di Palermo arriva la mostra "Costumi e scenografie" di Lisa Ricca visitabile dal 12 novembre al 4 dicembre (dal giovedì al sabato, dalle ore 18.00 alle 20.30) solo su appuntamento.
I bozzetti di scena e i costumi provengono dalla collezione privata della famiglia Perriera. I disegni tracciano un percorso che va dal 1981 sino al 2004. Durante questo periodo Lisa Ricca fu scenografa e costumista del teatro Teatés diretto dal marito Michele Perriera.
Il figlio Gianfranco scrive: «Con Occupati d’Amelia di Feydeau, vorticosa rilettura di Michele, Lisa ebbe occasione di sfoderare il suo estro più ambizioso, da divin fanciullo. Il palcoscenico era trasformato In un’enorme toeletta, gli apparati scenici imitavano grosse ampolle di profumo o spugne per cospargersi di cipria».
Lisa e Michele, sposati nel 1961 sin dal 1980 sono stati dunque compagni non soltanto nella vita ma anche nell’avventura scenica.
La figlia Giuditta scrive di lei: «Ma Lisa, mia madre, è stata per me una grande lezione di come si possa ostinatamente e appassionatamente vivere con arte ciò che si ama. Conservo ancora, a parte i suoi bozzetti di scene e costumi, un quaderno di quando era ragazza».
I bozzetti di scena e i costumi provengono dalla collezione privata della famiglia Perriera. I disegni tracciano un percorso che va dal 1981 sino al 2004. Durante questo periodo Lisa Ricca fu scenografa e costumista del teatro Teatés diretto dal marito Michele Perriera.
Il figlio Gianfranco scrive: «Con Occupati d’Amelia di Feydeau, vorticosa rilettura di Michele, Lisa ebbe occasione di sfoderare il suo estro più ambizioso, da divin fanciullo. Il palcoscenico era trasformato In un’enorme toeletta, gli apparati scenici imitavano grosse ampolle di profumo o spugne per cospargersi di cipria».
Lisa e Michele, sposati nel 1961 sin dal 1980 sono stati dunque compagni non soltanto nella vita ma anche nell’avventura scenica.
La figlia Giuditta scrive di lei: «Ma Lisa, mia madre, è stata per me una grande lezione di come si possa ostinatamente e appassionatamente vivere con arte ciò che si ama. Conservo ancora, a parte i suoi bozzetti di scene e costumi, un quaderno di quando era ragazza».
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