"Crossing": in mostra a Messina i viaggiatori del passato di Francesco Totaro
L'opera di Francesco Totaro per il progetto "Crossing" (part.)
Con il progetto "Crossings", fruibile fino al 4 giugno al teatro "Vittorio Emanuele" di Messina, Francesco Totaro (Messina, 1961) racchiude il suo percorso umano, estetico e spirituale.
L'esposizione inizia con due guardiani in abiti scuri senza tempo. Uomini del passato che indicano la strada trasmettendo una forte energia che nasce dalla dolorosa consapevolezza individuale di ripartire e abbandonare ogni tipo di maschera.
Totaro espone quattordici acrilici su tela di formato rettangolare senza titolo. Frame che inquadrano un unico protagonista su sfondi caleidoscopici che annullano le declinazioni del tempo: rosso cupo, verde-ottanio, azzurro acceso, costruiti con pennellate larghe.
Il personaggio cammina lentamente, abbagliato da una sfera luminosa e iniziando il suo percorso con una meta ben precisa. A volte si ferma, si volta indietro, rivolgendo al fruitore uno sguardo gentile e privo di giudizio, quasi un invito a seguirlo.
Porta con sè un bagaglio in cui presumibilmente ha inserito tutto ciò che occorre: la propria esperienza, il proprio vissuto, in cui ansima e sussulta la naturale e umana paura del distacco.
Da qui in avanti si frammentano anche il volto e gli abiti. Il corpo, ancora riconoscibile, è sfrangiato da filamenti di luce, costruita da un fitto reticolo di sottilissime pennellate bianche.
Una pietra filosofale, mostrata come il frutto luminoso del difficile cammino che nelle ultime tele arriva a materializzarsi in lame di colore, traducono la solidità di un oggetto concreto.
Totaro, in moltissimi punti di questa iconografia multidimensionale, inserisce il gioco del suo metalinguaggio con messaggi indiretti che attirano l'emozione di chi osserva e inconsapevolmente riconosce il dettaglio, fino a ricomporne il significato in una migrazione inconscia di immagini e simboli.
Il percorso della mostra invita, attraverso il suo protagonista, ad attraversare un portale, quella dimensione spazio-temporale già percorsa da viaggiatori del passato.
L'esposizione inizia con due guardiani in abiti scuri senza tempo. Uomini del passato che indicano la strada trasmettendo una forte energia che nasce dalla dolorosa consapevolezza individuale di ripartire e abbandonare ogni tipo di maschera.
Totaro espone quattordici acrilici su tela di formato rettangolare senza titolo. Frame che inquadrano un unico protagonista su sfondi caleidoscopici che annullano le declinazioni del tempo: rosso cupo, verde-ottanio, azzurro acceso, costruiti con pennellate larghe.
Il personaggio cammina lentamente, abbagliato da una sfera luminosa e iniziando il suo percorso con una meta ben precisa. A volte si ferma, si volta indietro, rivolgendo al fruitore uno sguardo gentile e privo di giudizio, quasi un invito a seguirlo.
Porta con sè un bagaglio in cui presumibilmente ha inserito tutto ciò che occorre: la propria esperienza, il proprio vissuto, in cui ansima e sussulta la naturale e umana paura del distacco.
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Altre tele lo vedono di spalle concentrato sul suo focus. In altre ancora, avviene l'incontro ravvicinato e l'energia si sdoppia in una canalizzazione che sembra attraversare il corpo, fino ad arrivare al primo vero contatto fra la materia e lo spirito.Da qui in avanti si frammentano anche il volto e gli abiti. Il corpo, ancora riconoscibile, è sfrangiato da filamenti di luce, costruita da un fitto reticolo di sottilissime pennellate bianche.
Una pietra filosofale, mostrata come il frutto luminoso del difficile cammino che nelle ultime tele arriva a materializzarsi in lame di colore, traducono la solidità di un oggetto concreto.
Totaro, in moltissimi punti di questa iconografia multidimensionale, inserisce il gioco del suo metalinguaggio con messaggi indiretti che attirano l'emozione di chi osserva e inconsapevolmente riconosce il dettaglio, fino a ricomporne il significato in una migrazione inconscia di immagini e simboli.
Il percorso della mostra invita, attraverso il suo protagonista, ad attraversare un portale, quella dimensione spazio-temporale già percorsa da viaggiatori del passato.
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