Dipinti e sontuosi arredi, dove si celavano le pergamene: visite alla sagrestia della Cattedrale di Catania

La Cattedrale di Sant'Agata di Catania
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
All’interno della cattedrale di Sant’Agata le sorprese di arte e storia non finiscono mai. Nella zona sinistra del transetto, scopriremo la parte antica dove si trovano la Sagrestia e il Sacrario capitolare, uno scrigno che custodiva una raccolta di preziose pergamene: documenti con importanti privilegi e concessioni di sovrani, molti dei quali perduti a causa di un incendio che scoppiò nel 1657, ma altri si salvarono e furono poi trasferiti nell’Archivio storico diocesano.
I locali vennero ricostruiti e resistettero alla furia devastatrice del terremoto del 1693. Occhio a un affresco di età barocca che rappresenta l’eruzione dell’Etna del 1669, dipinto da Giacinto Platania. Da ammirare altre pregevoli opere d’arte, paramenti, tappezzerie, il settecentesco armadio.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
All’interno della cattedrale di Sant’Agata le sorprese di arte e storia non finiscono mai. Nella zona sinistra del transetto, scopriremo la parte antica dove si trovano la Sagrestia e il Sacrario capitolare, uno scrigno che custodiva una raccolta di preziose pergamene: documenti con importanti privilegi e concessioni di sovrani, molti dei quali perduti a causa di un incendio che scoppiò nel 1657, ma altri si salvarono e furono poi trasferiti nell’Archivio storico diocesano.
I locali vennero ricostruiti e resistettero alla furia devastatrice del terremoto del 1693. Occhio a un affresco di età barocca che rappresenta l’eruzione dell’Etna del 1669, dipinto da Giacinto Platania. Da ammirare altre pregevoli opere d’arte, paramenti, tappezzerie, il settecentesco armadio.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 15 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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