Ecco com'era Trapani negli anni Trenta: urbanistica e architettura in "La Città Aurea"

Particolare di una foto degli anni Trenta della Casa del Mutilato di Trapani
In ottemperanza dell'ultimo DPCM del 3 novembre 2020 del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Salute, relativo alle “Misure urgenti per il contenimento del contagio da COVID-19 sull’intero territorio nazionale”, e a tutela della salute degli spettatori, vengono sospese le iniziative culturali fino a nuovi provvedimenti.
All'interno del Museo regionale "Agostino Pepoli" di Trapani, è allestita la mostra documentaria "La Città Aurea. Urbanistica e Architettura a Enna negli anni Trenta", esito di un progetto di ricerca dedicato al tema dell'urbanistica e dell'architettura del periodo in Sicilia.
L’esposizione di Trapani, dopo quelle di Catania, Agrigento, Ragusa ed Enna, rappresenta la quinta tappa di un progetto che attraversa tutta la Sicilia per concludersi, alla fine dell'anno, a Palermo dove, oltre accanto alle espressioni artistiche ed architettoniche del capoluogo, verranno esibiti i pannelli più rappresentativi delle mostre realizzate nelle nove province.
La mostra, che si articola in cinque diverse sezioni (Edilizia pubblica, Edilizia privata, Opere infrastrutturali, Architettura militare, Borghi rurali), presenta uno spaccato significativo della Trapani degli anni Trenta documentandone, attraverso fotografie, cartoline, planimetrie, la produzione architettonica e le scelte urbanistiche.
Sono anni in cui la città vive il rinnovamento di alcuni edifici pubblici di rappresentanza, la modernizzazione delle reti infrastrutturali, la creazione di nuove strutture ospedaliere al passo con la moderna ingegneria sanitaria, nonché un’intensa attività di edilizia scolastica per attuare il dettato della legge sull’obbligo della scuola elementare.
In questo contesto si collocano edifici simbolo come la Casa del Mutilato, la Casa del Balilla, la Casa della Madre e del Bambino in cui la sobrietà costruttiva si coniuga ad un chiaro linguaggio razionalista.
Completano il quadro complessivo le brillanti opere di ingegneria militare, dense di intuizioni strutturali, realizzate da Pierluigi Nervi, gli interessanti programmi di edilizia popolare, nonché la fondazione dei borghi rurali, intitolati a Livio Bassi e Amerigo Fazio, con cui il territorio partecipa all'ambizioso programma di transizione agraria della Sicilia dal latifondo al podere.
A ricostruire l'atmosfera e la temperie culturale di quegli anni concorre la presenza di auto e moto d'epoca, concesse dai soci del Club Sartarelli.
L'ingresso è consentito nel rispetto della normativa anti-Covid con rilevazione della temperatura corporea, uso della mascherina e igienizzazione delle mani.
All'interno del Museo regionale "Agostino Pepoli" di Trapani, è allestita la mostra documentaria "La Città Aurea. Urbanistica e Architettura a Enna negli anni Trenta", esito di un progetto di ricerca dedicato al tema dell'urbanistica e dell'architettura del periodo in Sicilia.
L’esposizione di Trapani, dopo quelle di Catania, Agrigento, Ragusa ed Enna, rappresenta la quinta tappa di un progetto che attraversa tutta la Sicilia per concludersi, alla fine dell'anno, a Palermo dove, oltre accanto alle espressioni artistiche ed architettoniche del capoluogo, verranno esibiti i pannelli più rappresentativi delle mostre realizzate nelle nove province.
La mostra, che si articola in cinque diverse sezioni (Edilizia pubblica, Edilizia privata, Opere infrastrutturali, Architettura militare, Borghi rurali), presenta uno spaccato significativo della Trapani degli anni Trenta documentandone, attraverso fotografie, cartoline, planimetrie, la produzione architettonica e le scelte urbanistiche.
Sono anni in cui la città vive il rinnovamento di alcuni edifici pubblici di rappresentanza, la modernizzazione delle reti infrastrutturali, la creazione di nuove strutture ospedaliere al passo con la moderna ingegneria sanitaria, nonché un’intensa attività di edilizia scolastica per attuare il dettato della legge sull’obbligo della scuola elementare.
In questo contesto si collocano edifici simbolo come la Casa del Mutilato, la Casa del Balilla, la Casa della Madre e del Bambino in cui la sobrietà costruttiva si coniuga ad un chiaro linguaggio razionalista.
Completano il quadro complessivo le brillanti opere di ingegneria militare, dense di intuizioni strutturali, realizzate da Pierluigi Nervi, gli interessanti programmi di edilizia popolare, nonché la fondazione dei borghi rurali, intitolati a Livio Bassi e Amerigo Fazio, con cui il territorio partecipa all'ambizioso programma di transizione agraria della Sicilia dal latifondo al podere.
A ricostruire l'atmosfera e la temperie culturale di quegli anni concorre la presenza di auto e moto d'epoca, concesse dai soci del Club Sartarelli.
L'ingresso è consentito nel rispetto della normativa anti-Covid con rilevazione della temperatura corporea, uso della mascherina e igienizzazione delle mani.
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