Emilio Isgrò e Francesca Benedetti in scena con "La Gibella del Martirio" alle Orestiadi

Emilio Isgrò
Con Emilio Isgrò e Francesca Benedetti, con le musiche di Francesco Pennisi eseguite dall’Ensemble Musica Contemporanea: Lorena Bellina (flauto), Marco Salvaggio (clarinetto), Michele Anzalone (fagotto), Giulia Perriera (vibrafono e percussioni), Giovanni Conciauro (pianoforte), Federico Botta (viola), Silvia Gira (violoncello) e Dario Ammirata (contrabbasso) del Conservatorio V. Bellini di Palermo, diretto dal M° Fabio Correnti.
Un ritorno simbolico per quest’edizione speciale a cinquant’anni dal terremoto che travolse il Belice, per un testo che non a caso fu commissionato a Emilio Isgrò e recitato da Francesca Benedetti, personaggio unico dello spettacolo attorniato dal coro, in uno scenario di rovine dove i lumi a petrolio illuminavano i disegni dei bambini.
Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 ottobre 1937) è un artista e scrittore noto per il linguaggio artistico della "cancellatura" che realizza per la prima volta nel 1964. Dal 1965 vive e lavora a Milano, salvo dal 1960 al 1967, anni in cui ha vissuto a Venezia come responsabile delle pagine culturali del Gazzettino.
Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia, dove è presente ancora nel 1978, 1986 e 1993. Espone con altri artisti alla mostra Contemporanea (1973), curata da Achille Bonito Oliva e allestita nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese a Roma. L'anno seguente esce "L'avventurosa vita di Emilio Isgrò" nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini (Il Formichiere), candidato al Premio Strega.
Nel 1976 tiene la prima mostra antologica delle sue opere al Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma. Nel 1977 è insignito del primo premio alla XIV Biennale d'Arte di San Paolo del Brasile. Nello stesso anno pubblica con Feltrinelli il romanzo Marta de Rogatiis Johnson. Nel 1979 presenta alla Rotonda della Besana di Milano Chopin, installazione-partitura per 15 pianoforti. Nel 1982, rappresenta per la prima volta la "Gibella del Martirio" e "San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori a Gibellina".
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