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"Eracle. L’uomo, il mito, l’eroe": la luminaria di Domenico Pellegrino accende il Museo Mandralisca

  • Museo Mandralisca - Cefalù (Pa)
  • Dal 5 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 (evento rinviato a data da destinarsi)
  • Visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
  • 6 euro (intero), 4 euro (ridotto), 2 euro (residenti Cefalù)
Balarm
La redazione

Albero di Domenico Pellegrino e scultura di Eracle con la cerva di Cerinea

In ottemperanza dell'ultimo DPCM del 3 novembre 2020 del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Salute, relativo alle “Misure urgenti per il contenimento del contagio da COVID-19 sull’intero territorio nazionale”, e a tutela della salute degli spettatori, vengono sospese le iniziative culturali fino a nuovi provvedimenti.

"Il viaggio" dell'uomo rappresentato attraverso un dialogo costante ed esaltante tra i reperti antichi e le opere contemporanee di Domenico Pellegrino. Questo è "Eracle. L'uomo, il mito, l'eroe", la personale dell'artista a cura di Rosalia Liberto e Andrea Dusio, fruibile dal 5 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 al Museo Mandralisca di Cefalù. 

Il solo nome di quest'esposizione dichiara già il senso di un'iniziativa che non è semplicemente un omaggio al celebre personaggio della mitologia greca, simbolo di forza, ma offrire un'inedita interpretazione dell'antichità e donare al visitatore una chiave di lettura della società contemporanea. 
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Attraverso sculture in legno e una luminaria, Domenico Pellegrino racconta in questa mostra l'undicesima fatica di Eracle. L’ispirazione da cui prende le mosse per la sua personale riflessione sull'archetipo classico dell'eroe è la scultura di Eracle con la cerva di Cerinea, il finissimo gruppo bronzeo rinvenuto durante gli scavi archeologici di Pompei, donato alla città di Palermo da Ferdinando IV, e da allora custodito al Museo Regionale Salinas, dov’è uno dei reperti più famosi e ammirati.

Per l’occasione, grazie alla collaborazione tra l'ente museale siciliano e il prestigioso Museo Archeologico Regionale Salinas, prestatore - per la prima volta nella storia del Museo - della celebre scultura, il bronzo pompeiano dialoga con le opere diffuse di Domenico Pellegrino, così come anche gli altri reperti che appartengono alle collezioni del Museo di Cefalù, esaltando, per contrasto, la relazione che si istituisce tra storia e contemporaneità.

In questo scenario, un segnale di speranza e di positività viene dal linguaggio assolutamente luminoso e originale dell’artista che stupisce conferendo nuove prospettive di lettura del personaggio di Eracle e un'originale modalità di rappresentarlo: Pellegrino sceglie di interpretare l'impresa nel giardino delle Esperidi, come esperienza di incontro e di relazione con luoghi e personaggi, misteriosi ma affascinati e formativi, adatti a suscitare nell'Eroe quell'intelligenza e quell'astuzia che gli permetteranno di superare la prova e conquistare i "pomi d'oro", segno eterno di conoscenza, ma anche di vitalità e immortalità. 

Una straordinaria metafora delle sfide che l'uomo deve affrontare, confrontandosi con la propria paura dell'ignoto, con la solitudine, con la forza della natura, ma anche con il posto che gli è stato assegnato nel mondo. 

Come in un viaggio, l'artista stimola il visitatore a percorrere un itinerario che si snoda attraverso le sale del museo, all'esito del quale troverà il suo punto di arrivo, incontrerà le tre figure mitologiche alle quali dovrà affidarsi, Nereo, Atlante e Prometeo, per poi infine approdare nell'isola delle Esperidi ed affrontare il temuto Ladone. 

Il percorso diffuso delle opere finisce con il rappresentare, quindi, la ratio "illuminata" dell’Uomo che, solo grazie ad essa, può trovare la rotta e superare le prove eroiche della vita, restituendo il senso di un sincretismo di linguaggi artistici che si apre ad innovativi e originali modi di proporre e osservare l’arte all’interno dei musei, oggi più che mai necessari. 
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