"Fantasmagorie": in mostra le tecniche miste del pittore visionario Enzo Romeo
Tecnica mista (part.) - Enzo Romeo
A sette anni di distanza dall'ultima mostra personale palermitana, una nuova esposizione di dipinti di Enzo Romeo (Trapani, 1940) è visibile dal 27 febbraio negli stessi spazi di via XX Settembre 13 a Palermo. Una serie di opere di recente realizzazione, che confermano la statura artistica di uno dei pittori più rappresentativi non solo della scena trapanese ma dell’intero panorama visuale siciliano.
Attivo sin dai primi anni ’60, protagonista di decine di mostre personali sia in Sicilia che nel resto del paese (Roma, Firenze, Milano, Imperia) nonché partecipe ad innumerevoli e qualitative mostre collettive, Enzo Romeo prosegue ormai da anni nel suo percorso di ricerca e sperimentazione.
Pur non essendo riconducibile ad alcuna specifica corrente, l'opera di Enzo Romeo rientra sempre nel solco del figurativismo; neppure quando la pennellata si fa più veloce, vibrante e la forma appena accennata, giunge all'astrazione.
La realtà non viene semplicemente osservata, bensì pensata e rielaborata nel chiuso dello studio, trasfigurata da sensazioni, stati d’animo, ricordi, che si risolvono spesso in atmosfere fredde dove predominano i grigi e gli azzurri.
Una pittura intesa non come sterile esercizio virtuosistico o come semplice mezzo col quale acquistare uno spazio di mercato, ma come acuto strumento d'espressione grazie al quale disvelare quell'intimo universo affettivo, coltivato nella pausata interrelazione col contesto naturale (e sociale) circostante.
Attivo sin dai primi anni ’60, protagonista di decine di mostre personali sia in Sicilia che nel resto del paese (Roma, Firenze, Milano, Imperia) nonché partecipe ad innumerevoli e qualitative mostre collettive, Enzo Romeo prosegue ormai da anni nel suo percorso di ricerca e sperimentazione.
Pur non essendo riconducibile ad alcuna specifica corrente, l'opera di Enzo Romeo rientra sempre nel solco del figurativismo; neppure quando la pennellata si fa più veloce, vibrante e la forma appena accennata, giunge all'astrazione.
La realtà non viene semplicemente osservata, bensì pensata e rielaborata nel chiuso dello studio, trasfigurata da sensazioni, stati d’animo, ricordi, che si risolvono spesso in atmosfere fredde dove predominano i grigi e gli azzurri.
Una pittura intesa non come sterile esercizio virtuosistico o come semplice mezzo col quale acquistare uno spazio di mercato, ma come acuto strumento d'espressione grazie al quale disvelare quell'intimo universo affettivo, coltivato nella pausata interrelazione col contesto naturale (e sociale) circostante.
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