Giuseppe Provinzano racconta Giuseppe Pitrè: lo spettacolo tra favola e antropologia al Ditirammu
L'attore Giuseppe Provinzano
Inizia con "U’ pappaiaddu ca cunta tri cunti" la trilogia di opere incentrata sul lavoro di Giuseppe Pitré curata da Giuseppe Provinzano e Petra Trombini: lo spettacolo, inizialmente in programma a metà settembre, va in scena domenica 11 novembre al Teatro Ditirammu di Palermo.
I due artisti insieme agli altri della Babel crew, si sono avvicinati a Pitrè e alla sua opera per creare "P3_coordinate popolari", un progetto sperimentale multidisciplinare che racconta i personaggi dell'antropologo, da lui descritti in modo tale da diventare immortali.
Senza mai prendere una posizione di giudizio, con una pazienza e un’osservazione minuta delle persone e delle cose, il lavoro di Giuseppe Pitrè è all’insegna del rispetto per l’uomo e di amore per il popolo siciliano.
Lasciato al suo destino, mal governato e spesso sfruttato, l'uomo ha trovato rifugio proprio in queste favole, nel canto nelle tradizioni e nelle storie mille volte rielaborate. "U’ pappaiaddu ca cunta tri cunti" è una delle favole più significative del Pitrè.
Un capolavoro narrativo e drammaturgico di storie nella storia, capace di far viaggiare nel tempo e nello spazio tra reale e immaginifico, una storia carica di simbologia e saggezza popolare.
Nella storia una donna bellissima sposata a un uomo che non può essere certo ricordato per la sua bellezza, vede due uomini innamorarsi di lei e fare di tutto per poterla avvicinare e conquistare. Anche trasformarsi in pappagallo per deliziarla, in mancanza d’altro, con dei cunti che accendano in lei stupore, passione e affezione.
I due artisti insieme agli altri della Babel crew, si sono avvicinati a Pitrè e alla sua opera per creare "P3_coordinate popolari", un progetto sperimentale multidisciplinare che racconta i personaggi dell'antropologo, da lui descritti in modo tale da diventare immortali.
Senza mai prendere una posizione di giudizio, con una pazienza e un’osservazione minuta delle persone e delle cose, il lavoro di Giuseppe Pitrè è all’insegna del rispetto per l’uomo e di amore per il popolo siciliano.
Lasciato al suo destino, mal governato e spesso sfruttato, l'uomo ha trovato rifugio proprio in queste favole, nel canto nelle tradizioni e nelle storie mille volte rielaborate. "U’ pappaiaddu ca cunta tri cunti" è una delle favole più significative del Pitrè.
Un capolavoro narrativo e drammaturgico di storie nella storia, capace di far viaggiare nel tempo e nello spazio tra reale e immaginifico, una storia carica di simbologia e saggezza popolare.
Nella storia una donna bellissima sposata a un uomo che non può essere certo ricordato per la sua bellezza, vede due uomini innamorarsi di lei e fare di tutto per poterla avvicinare e conquistare. Anche trasformarsi in pappagallo per deliziarla, in mancanza d’altro, con dei cunti che accendano in lei stupore, passione e affezione.
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