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"I Misteri di Palermo": l'incontro sulla città e le sue storie a Palazzo delle Aquile

Balarm
La redazione

Palazzo delle aquile a Palermo

L'associazione "Sicilia, la mia Terra", propone domenica 28 aprile alle ore 10.30 a Palazzo delle Aquile, l'evento dal titolo: "I Misteri di Palermo".

L'evento, ad ingresso gratuito, racconterà di Palermo e dei suoi misteri, dei suoi angoli oscuri attraverso tre storie emblematiche: la storia della scoperta di un prete mistico e visionario, nello scenario del '500 palermitano, in una piccola chiesetta millenaria ormai scomparsa, un Viceré avido e corrotto, famiglie pisane al potere, rivolte popolari e una Confraternita misteriosa.

Il “Palazzo Pretorio” noto anche come “Palazzo delle Aquile” o  “Palazzo  di  Città”, risale al 1470. Fatto edificare dal pretore Pietro Speciale  e sotto la guida di Giacomo Benfante racchiude in se diversi stili architettonici, causate delle varie trasformazioni urbanistiche che modificarono il volto di questa zona di Palermo.
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Il suo ingresso principale si trova nel sito urbano più suggestivo e rappresentativo di Palermo, a Piazza Pretoria, sede dell’omonima e bellissima fontana, un’altro ingresso lo troviamo sul piano San Cataldo.

Intorno al 1553 fu ampliato e fu rifatta la facciata su piazza Pretoria, tra il 1615 e il 1617 fu nuovamente sistemato da Mariano Smiriglio e infine, in occasione del restauro, avvenuto  nel 1875, ad opera dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, gli furono tolte le parti barocche e gli fu dato questo colore giallo ocra, che tutt’oggi vediamo, assumendo così uno stile neoclassico.

L’edificio ha forma rettangolare, con cortile centrale. Oltrepassando il portone d’ingresso e girando le spalle possiamo ammirare un ricco portale barocco e davanti  a noi un  maestoso cortile. Qui troviamo affreschi e statue, tra le quali, una coppia di coniugi, rappresentanti Palermo e Roma che si stringono la mano e nella parete orientale dell’atrio la statua del grande poeta dialettale palermitano Giovanni Meli.

Questo cortile, con colonne che reggono un ballatoio, dove si affacciano le sale nobili, una volta era a cielo aperto ma fu in seguito coperto con una struttura in ferro battuto e vetro per dare luminosità all’ambiente.

È collegato al piano nobile, grazie ad un imponente  scalinata a tre rampe, alla cui sinistra è posta una  delle statue raffiguranti il Genio di Palermo, nume della città, attribuita a Domenico Gagini, posto sopra una piccola conca e sul cui bordo è inciso: Panormus conca aurea suos devorat alienos nutrit (Palermo conca d’oro divora i suoi e nutre gli stranieri).
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