I ritratti femminili e i paesaggi madoniti nella mostra "Vertigini a cielo aperto" di Ada Loffredo
Uno dei dipinti di Ada Loffredo per il progetto "Vergini a cielo aperto" (part.)
Spaziocentotre Arte Contemporanea, in via Principe di Belmonte 103 a Palermo, ospita dalle 18.30 di venerdì 10 maggio, la mostra "Vertigini a cielo aperto" dell'artista Ada Loffredo, curata e allestita da Francesco, Giuseppe e Maria Giulia Fecarotta.
L'esposizione, fruibile fino al 31 maggio ad ingresso gratuito, si compone di opere inedite di recente realizzazione (cinquanta dipinti, oli su tela raffiguranti paesaggi, ritratti, autoritratti e qualche natura morta ad olio su tavola) e due grandi tele (3x2 metri), raffiguranti rispettivamente un paesaggio boschivo delle Madonie e una figura femminile.
Ancora una volta, al centro dell'arte di Ada Loffredo c’è la passione e l'amore per la Sicilia, per i suoi paesaggi, per i boschi, ma anche l'indagine sulla donna, a partire dagli autoritratti, che la rendono interprete dello spirito della vita che si manifesta nella potenza della Natura e nei ritratti femminili.
«Quella di Ada Loffredo – come scrisse Vincenzo Consolo – è una pittura che sembra realistica, di quella realtà oggettiva, esterna, ritrasferita scrupolosamente sulla tela. E invece sono i suoi paesaggi immagini di luoghi, di querce, sugheri, lecci, frassini, olmi, pini, aceri, faggi, di casupole o villaggi in quella natura immersi, visti con gli occhi della memoria o del sogno; memoria e sogno come sostanza della nostalgia o del desiderio.
E gli azzurri, i viola, i verdi, i bianchi, i bruni della tavolozza diventano come cristalli, pietre d’un mondo minerale che emana lampi, bagliori, effusioni, come da semplici, occulti, cuori di fuoco».
Ada Loffredo, nata a Roma e residente a Palermo, sin dall’infanzia si è sempre dedicata al disegno e alla ceramica. Allieva di Aldo Pecoraino, si è accostata alla pittura seguendo un grado di professionalità che le consentisse di esprimere pienamente il suo talento e la sua poetica ricca e obiettiva.
L'esposizione, fruibile fino al 31 maggio ad ingresso gratuito, si compone di opere inedite di recente realizzazione (cinquanta dipinti, oli su tela raffiguranti paesaggi, ritratti, autoritratti e qualche natura morta ad olio su tavola) e due grandi tele (3x2 metri), raffiguranti rispettivamente un paesaggio boschivo delle Madonie e una figura femminile.
Ancora una volta, al centro dell'arte di Ada Loffredo c’è la passione e l'amore per la Sicilia, per i suoi paesaggi, per i boschi, ma anche l'indagine sulla donna, a partire dagli autoritratti, che la rendono interprete dello spirito della vita che si manifesta nella potenza della Natura e nei ritratti femminili.
«Quella di Ada Loffredo – come scrisse Vincenzo Consolo – è una pittura che sembra realistica, di quella realtà oggettiva, esterna, ritrasferita scrupolosamente sulla tela. E invece sono i suoi paesaggi immagini di luoghi, di querce, sugheri, lecci, frassini, olmi, pini, aceri, faggi, di casupole o villaggi in quella natura immersi, visti con gli occhi della memoria o del sogno; memoria e sogno come sostanza della nostalgia o del desiderio.
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Sono soffusi di una luce che non ha nulla della reale luce siciliana che ogni cosa incendia, sbianca, rende squillante ed espressiva; soffusi d’una luce corposa, di tramonto caldo, sensuale, scomparso il sole d’una estate apocalittica, come chiamò Lampedusa quella siciliana, che sembra sprigionare dagli oggetti, dai tronchi, dalle foglie, dalla terra, dai muri, dalle tegole.E gli azzurri, i viola, i verdi, i bianchi, i bruni della tavolozza diventano come cristalli, pietre d’un mondo minerale che emana lampi, bagliori, effusioni, come da semplici, occulti, cuori di fuoco».
Ada Loffredo, nata a Roma e residente a Palermo, sin dall’infanzia si è sempre dedicata al disegno e alla ceramica. Allieva di Aldo Pecoraino, si è accostata alla pittura seguendo un grado di professionalità che le consentisse di esprimere pienamente il suo talento e la sua poetica ricca e obiettiva.
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