"In Liberty We Trust": wall drawings di Gabriella Ciancimino a Palazzo Ziino
Opera visibile all'interno della mostra
L’Accademia di Belle Arti di Palermo prende parte agli eventi collaterali di "Manifesta12" con una mostra dedicata a Gabriella Ciancimino, artista palermitana da anni attiva sulla scena nazionale e internazionale. L'esposizione è il settimo appuntamento espositivo di "Visual Startup", il programma di direzione artistica di Palazzo Ziino che il Comune di Palermo ha affidato all’Accademia.
Curato da Daniela Bigi e Gianna Di Piazza, "Gabriella Ciancimino. In Liberty We Trust" è un progetto realizzato mediante installazioni di dimensioni ambientali e imponenti wall drawings che si dispiegano tra le pareti, sui pavimenti, sulle finestre, immergendo lo spettatore in un anarchico paesaggio di piante endemiche.
In continuità con un percorso che l’artista ha intrapreso in diversi paesi del mondo, la mostra coniuga pensiero politico e ricerca botanica, concentrandosi sul valore simbolico attribuito alle piante endemiche, che migrano e che resistono adattandosi a vivere in situazioni climatiche differenti e secondo gli assetti più disparati.
L’intento dell’artista è quello di rileggere le dinamiche di mobilità, di adattamento e di convivenza tra culture e colture differenti, focalizzando l’attenzione sia su specie vegetali con un’elevata resistenza biologica sia su alcuni movimenti politici di stampo libertario.
Di sala in sala, lo spettatore si trova immerso in un grande paesaggio concepito come un puzzle in cui piante endemiche, slogan politici, iconografie del buon governo, pattern decorativi di materiali ruvidi intrecciano e indagano temporalità e geografie differenti, esprimendo il desiderio di abbandonarsi dentro una fitta giungla ove tornare a esperire un sentire elementare.
Curato da Daniela Bigi e Gianna Di Piazza, "Gabriella Ciancimino. In Liberty We Trust" è un progetto realizzato mediante installazioni di dimensioni ambientali e imponenti wall drawings che si dispiegano tra le pareti, sui pavimenti, sulle finestre, immergendo lo spettatore in un anarchico paesaggio di piante endemiche.
In continuità con un percorso che l’artista ha intrapreso in diversi paesi del mondo, la mostra coniuga pensiero politico e ricerca botanica, concentrandosi sul valore simbolico attribuito alle piante endemiche, che migrano e che resistono adattandosi a vivere in situazioni climatiche differenti e secondo gli assetti più disparati.
L’intento dell’artista è quello di rileggere le dinamiche di mobilità, di adattamento e di convivenza tra culture e colture differenti, focalizzando l’attenzione sia su specie vegetali con un’elevata resistenza biologica sia su alcuni movimenti politici di stampo libertario.
Di sala in sala, lo spettatore si trova immerso in un grande paesaggio concepito come un puzzle in cui piante endemiche, slogan politici, iconografie del buon governo, pattern decorativi di materiali ruvidi intrecciano e indagano temporalità e geografie differenti, esprimendo il desiderio di abbandonarsi dentro una fitta giungla ove tornare a esperire un sentire elementare.
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