"In Transition": tripudio di emozioni nella Tauromachia di Giuseppe Patanè a Noto

L'artista Giuseppe Patanè e lo storico dell'arte Paola Ruffino
Esposte un nutrito corpo di opere, tra dipinti ed installazioni, che attraverso un immaginario fil rouge, vogliono raccontare la storia dell’artista, esaltando i momenti più significativi della sua produzione. A far da padrone le tele della preziosa collezione della "Tauromachia", protagonista della biennale di Venezia, nel 2017 e rientrate per l’occasione in questo spazio.
I suoi tori dominano la scena. La luce si infiltra nitida per esaltare i volumi, e svelare lo sguardo dell’animale e definire i contorni, mentre suggerisce soltanto quello spazio indefinito e incerto in cui si muove, ora in un acceso dinamismo, ora sfocato perché sopraffatto.
"Tauromachia" è la metafora dell’uomo in eterno conflitto con sé stesso e con il mondo che lo circonda, in essa sono espressi tutti gli stati d’animo umani legati alla terra.
Giuseppe Patanè, artista etneo, dalla personalità versatile e geniale, compone le sue opere con materiali estremamente semplici e a mani nude, attraverso linee purificate, essenziali. È la forma a sedurlo e la linea incornicia il suo pensiero. I grandi maestri della prima avanguardia sono la sua fonte d’ispirazione, ad essi si deve la scarnificazione degli scenari, le ampie campiture piatte, i tagli netti.
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