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L'intervento di Filippo Berta per "Sacrosanctum.14": protagonista è una pecora priva del proprio manto

  • Oratorio di San Mercurio - Palermo
  • Dal 15 marzo al 22 aprile 2019 (evento concluso)
  • Visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
  • Contributo libero per lavori di manutenzione e restauro dell'oratorio
  • Per maggiori informazioni telefonare al numero 091 6118168 o inviare una mail a info@amicimuseisiciliani.it
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La redazione

Oratorio di San Mercurio a Palermo

In esposizione all’oratorio di San Mercurio di Palermo l'opera di Filippo Berta (Treviglio, 1977) per la rassegna "Sacrosanctum", a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto con l'associazione Amici dei Musei Siciliani, fruibile dal pubblico dalle 19 di venerdì 15 marzo fino al 22 aprile. 

Protagonista di Berta per "Sacrosanctum.14" è una pecora priva del proprio manto. Spogliata del suo vello questa piccola unità di un gregge può mostrare ora ogni sua piccola specificità, allontanandosi da un'immagine collettiva tipizzata e uniformante.

Ma la pecora possiede anche un importante valore simbolico. L’Agnus dei, la vittima sacrificale, parla di redenzione e patimento, sofferenza e accettazione. Così Isaia descrive Cristo che si avvia al martirio: "era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori" (Isaia 53.7). Filippo Berta offre una versione vivida e contemporanea. 
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La sua ricerca, focalizzata sul rapporto individuo-società, analizza le tensioni che intercorrono tra necessità di una ricerca identitaria e adesione a modelli condivisi, smascherando il falso potere generato dall'aderenza a schemi esistenziali codificati e standardizzati.

Queste disarmonie sociali, generate dal rapporto antimonico fra perfezione e imperfezione, unicità e uniformità, idoli e idolatria, trovano la loro messa in forma in installazioni e performance dal sapore destabilizzante; atti performativi calati in scenari di estremo rigore visivo che si aprono spesso all’errore e alla rottura di uno stato imposto. 

Artista e docente presso la Fondazione Fotografia Modena, Filippo Berta ha esposto in importanti contesti museali: il museo Madre di Napoli; il Museo Arte Contemporanea di Zagabria; il Museion - Museo Arte Contemporanea di Bolzano; il Jönköpings Läns Museum (SE); la Staedtischegalerie di Brema (DE); lo State Museum of Contemporary Art di Salonicco (GR); il Pori Art Museum (FIN); il Victoria Art Center di Bucarest (RO); il CZKD - Center for Cultural Decontamination di Belgrado (SR); il Matadero - Centro Creativo Contemporaneo di Madrid (SP); il MAO - Museo dell’Architettura e del Design della Slovenia. 

È stato selezionato per le residenze d'artista della Fondazione Ratti di Como e della Fondazione Spinola Banna di Poirino (TO) e preso parte a importanti biennali e festival quali le Biennali di Salonicco (GR), Curitiba (BR), Praga (CZ) e Mosca (RUS); il Festival Internazionale di Sarajevo (2014); l’International Konst Film in Svezia (2013); Corpus 3 (2012, Napoli); Romaeuropa Festival (2012, Roma); il Tulca-After the fall di Galway (2011, IR) e l’European Performance Art Festival di Varsavia (2011, PL).

Tra i riconoscimenti ottenuti, il Premio Internazionale della Performance della Galleria Civica di Trento (2008); il Premio Maretti di La Habana (2014, Cuba) e il Premio Fondazione MIA di Bergamo (2015). Nel 2014 è stato finalista al Talent Prize di Roma. 
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