"La Grande illusione" di Jean Renoir in proiezione al Cinema de Seta
L'associazione Lumpen ripropone, in versione originale sottotitolata, "La Grande Illusione", capolavoro della storia del cinema diretto da Jean Renoir nel 1937.
A partire dall'immediato dopo guerra, "La Grande Illusione" è diventato il film simbolo di un antimilitarismo, di un'idea di pacifismo rappresentati senza ombra di retorica, con un rigore morale e formale eguagliato da pochissime altre opere, in particolare dal Kubrick di Orizzonti di Gloria (e, in chiave satirica, dal Dottor Stranamore).
Ambientato nel 1916, il film racconta la storia di un gruppo di soldati francesi prigionieri in un campo tedesco che tentano la fuga guidati da un ufficiale francese, il Capitano de Boëldieu (Pierre Fresnay) di origine aristocratica, consapevole dell'assurdità di un conflitto che porta al massacro milioni di soldati che ignorano la logica di quella tragedia nella quale sono trascinati. Il piano fallisce perché nel frattempo arriva l'ordine di trasferimento nel castello del barone von Rauffenstein (Eric von Stroheim), capitano valoroso e di stampo antico che rappresenta il tramonto di un'epoca che ora vede definitivamente sconfitti gli ideali sui quali si fondava.
Il film colpisce ancora oggi per l'esemplare capacità di Renoir di fondere una efficacissima scorrevolezza narrativa unita a un linguaggio formale asciutto ed essenziale, che non si lascia mai prendere la mano dal sentimentalismo, pur trasmettendo allo spettatore un messaggio di grande umanità e senso morale. Anche la recitazione rimane a livelli da manuale, come quella di Jean Gabin, che già in quegli anni Trenta era diventato una icona del cinema francese, insieme a Michel Simon e all'immenso Louis Jouvet.
Proiezione in ingua originale con sottotitoli.
A partire dall'immediato dopo guerra, "La Grande Illusione" è diventato il film simbolo di un antimilitarismo, di un'idea di pacifismo rappresentati senza ombra di retorica, con un rigore morale e formale eguagliato da pochissime altre opere, in particolare dal Kubrick di Orizzonti di Gloria (e, in chiave satirica, dal Dottor Stranamore).
Ambientato nel 1916, il film racconta la storia di un gruppo di soldati francesi prigionieri in un campo tedesco che tentano la fuga guidati da un ufficiale francese, il Capitano de Boëldieu (Pierre Fresnay) di origine aristocratica, consapevole dell'assurdità di un conflitto che porta al massacro milioni di soldati che ignorano la logica di quella tragedia nella quale sono trascinati. Il piano fallisce perché nel frattempo arriva l'ordine di trasferimento nel castello del barone von Rauffenstein (Eric von Stroheim), capitano valoroso e di stampo antico che rappresenta il tramonto di un'epoca che ora vede definitivamente sconfitti gli ideali sui quali si fondava.
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Tra il Barone e il Capitano de Boëldieu si stabilisce un'amicizia basata sulla reciproca stima e lealtà, ma la guerra li separa e il rinnovato tentativo di fuga da parte dei soldati francesi avrà una conclusione tragica. Si salveranno soltanto due soldati che riusciranno a superare il confine tedesco sfuggendo miracolosamente all'inseguimento dei tedeschi.Il film colpisce ancora oggi per l'esemplare capacità di Renoir di fondere una efficacissima scorrevolezza narrativa unita a un linguaggio formale asciutto ed essenziale, che non si lascia mai prendere la mano dal sentimentalismo, pur trasmettendo allo spettatore un messaggio di grande umanità e senso morale. Anche la recitazione rimane a livelli da manuale, come quella di Jean Gabin, che già in quegli anni Trenta era diventato una icona del cinema francese, insieme a Michel Simon e all'immenso Louis Jouvet.
Proiezione in ingua originale con sottotitoli.
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