La prima cattedrale che custodì le reliquie della Patrona: visite alla chiesa di Sant'Agata la Vetere
La chiesa di Sant'Agata la Vetere a Catania (foto di Igor Petyx)
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
La chiesa di Sant'Agata la Vetere fu la prima cattedrale di Catania e lo rimase per sette secoli, dal 380 fino all’arrivo dei normanni nel 1094. Il vescovo Everio la consacrò nel 262, nascondendo fra le rovine dell’ex Pretorio – il palazzo del preconsole romano – una cripta dove furono conservate le reliquie di Sant’Agata, rimosse dall’antica chiesetta di San Leone oggi scomparsa.
I resti della patrona furono venerati dai fedeli con frequenti pellegrinaggi, pure di personaggi illustri: s’inchinarono sulla tomba di Sant’Agata Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra, in viaggio per la Palestina, Papa Vigilio e il generale bizantino Belisario, quando verso nel 536 strappava Catania ai Goti.
Nel sottosuolo della chiesa è presente una cripta anticamente usata dai cristiani per sfuggire alle persecuzioni. Più volte distrutta e ricostruita a causa delle eruzioni e dei terremoti che hanno colpito la città, custodisce al suo interno alcune delle “candelore” che si portano in processione per la festa di Sant’Agata.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
La chiesa di Sant'Agata la Vetere fu la prima cattedrale di Catania e lo rimase per sette secoli, dal 380 fino all’arrivo dei normanni nel 1094. Il vescovo Everio la consacrò nel 262, nascondendo fra le rovine dell’ex Pretorio – il palazzo del preconsole romano – una cripta dove furono conservate le reliquie di Sant’Agata, rimosse dall’antica chiesetta di San Leone oggi scomparsa.
I resti della patrona furono venerati dai fedeli con frequenti pellegrinaggi, pure di personaggi illustri: s’inchinarono sulla tomba di Sant’Agata Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra, in viaggio per la Palestina, Papa Vigilio e il generale bizantino Belisario, quando verso nel 536 strappava Catania ai Goti.
Nel sottosuolo della chiesa è presente una cripta anticamente usata dai cristiani per sfuggire alle persecuzioni. Più volte distrutta e ricostruita a causa delle eruzioni e dei terremoti che hanno colpito la città, custodisce al suo interno alcune delle “candelore” che si portano in processione per la festa di Sant’Agata.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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